“Antonio De Marco era capace di intendere e di volere”. A stabilirlo è stato il supplemento di perizia disposta lo scorso 18 maggio dai giudizi della Corte d’Assise di Lecce.

Secondo una analisi grafologica, effettuata sul suo quaderno giallo, l’omicida del giovane arbitro leccese Daniele de Santis e della sua fidanzata Eleonora Manta, aveva elaborato tra quelle pagine il suo progetto di morte.

Dall’analisi si evince la presenza di un alter ego chiamato “Vendetta” che avrebbe dovuto punire i due fidanzati “perché troppo felici”. Antonio De Marco, secondo la perizia, era consapevole del gesto che avrebbe compiuto quando ha ucciso i due ragazzi. L’esame eseguito esclude infine ogni forma di autismo e psicosi.