“La sospensione a mio carico è immotivata e le accuse che mi sono state rivolte mi lasciano esterrefatta. Tutti i carceri in questo momento pagano ciò che è successo a Santa Maria Capua Vetere”. Stefania Baldassarri, direttrice del penitenziario di Taranto, sospesa con l’accusa di avere un legame con il boss di Taranto, Michele Cicala, non le manda a dire durante un’intervista rilasciata a Repubblica.

La ormai ex direttrice è stata accusata di aver rilasciato informazioni sul detenuto Cicala in un bar di sua proprietà. “Ero lì per prendere un caffè prima di andare al parrucchiere. Mi hanno chiesto come stesse e ho semplicemente risposto che stava come gli altri” ha sottolineato durante l’intervista.

Per la Direzione distrettuale antimafia di Lecce il gesto della Baldassari è stato grave tanto da spingerli a comunicarlo al Dap. Al momento non è indagata, non avendo ricevuto nessuna notifica. La frase rivolta ai dipendenti del bar “scrivetegli per dargli forza” è stata vista dalla Guardia di Finanza come premura nei confronti del boss.

Nel frattempo il Dap l’ha sospesa dal sui incarico in quanto c’è per loro una incompatibilità con lo svolgimento della normale attività di servizio con effetti lesivi al prestigio e immagine dell’amministrazione. La Baldassare pensa che tutto questo sia legato a quello che è successo nelle carceri di Santa Maria Capua Vetere  sottolineando che tutti gli amministratori penitenziari pagheranno per i fatti accaduti.