“Uno sciopero in adesione a quello nazionale del Trasporto Pubblico Locale indetto dalla USB, che per i dipendenti delle Ferrovie Appulo Lucane servirà anche a rappresentare il loro dissenso verso l’accordo economico per i dipendenti Quadro del 30 Luglio 2020 e l’attuale classe dirigente”.

L’annuncio nella nota congiunta scritta da USB-LP Puglia, USB-LP Basilicata e Faisa-CONFAIL Basilicata. “Un accordo istituito in un periodo di forte crisi del settore a seguito dell’emergenza sanitaria Covid19 (nel solo mese di Aprile 2020 la FAL contava perdite mensili di mancati ricavi pari a circa 600.000 Euro) e che ha visto i lavoratori subire forti ricadute negative sui loro salari in quanto costretti alla fruizione delle ferie e così scongiurare il ricorso agli ammortizzatori sociali – si legge nel comunicato -.Le prime notizie le apprendemmo il 30 marzo 2021 dal sito istituzionale aziendale: la nota, che sembrerebbe esser stata pubblicata nello stesso mese, citava genericamente l’istituzione di un ‘Premio di risultato annuale Quadri’ del valore minimo di 5000 Euro”.

“Ma il 29 Aprile scorso, dopo aver ricevuto la versione integrale dell’accordo, abbiamo scoperto che i 5000 Euro erano solo la punta dell’iceberg: ai dipendenti “Quadro” spettavano anche una indennità di 430 euro mensili per 14 mensilità, ricompresa anche nella retribuzione delle ferie, ed una serie di rimborsi in caso di missioni fuori residenza oltre al riconoscimento delle indennità di trasferta previste dal CCNL (rimborso kilometrico di 0,36 centesimi come ‘spesa carburante’, rimborso spese vitto di 30 euro a pasto per un massimo di due pasti al giorno, rimborso spesa alloggio giornaliero di 130 euro) – spiegano i sindacati -. E se si considera l’attuale stato delle infrastrutture e dei servizi offerti all’utenza pugliese e lucana che abbiamo espressamente evidenziato nelle ultime settimane e che ci impongono un cambio di passo rispetto alla gestione dell’attuale dirigenza, il significato che riusciamo a dare ad un simile accordo tanto ingiusto quanto ingiustificato, è soltanto uno: le crisi le pagano sempre e solo i lavoratori”.

“Un messaggio che dovrebbe spingerci a raggiungere un più alto livello di consapevolezza, quella consapevolezza che fino ad oggi è mancata a tutti noi, tenuti troppo a lungo disuniti dal padrone – concludono -. Ed è solo grazie a questa consapevolezza che da essere tanti numeri sparsi, per qualcuno anche insignificanti e meritevoli solo di encomi di facciata, diventeremo un corpo unico in grado di risollevare la nostra Dignità come Lavoratori. E capiremo che ora più che mai, non abbiamo da perdere che le nostre catene”.