Sono passati 28 anni dalla morte di Don Tonino Bello, il vescovo pugliese che girò il mondo, proclamando la Parola di Dio e compiendo gesti di riconciliazione. Tra i più importanti si ricorda l’ingresso a Sarajevo ancora in guerra, dove ha profetizzato la nascita di un’Onu dei popoli, capace di affiancare quella degli Stati, nel promuovere la pace.

La famiglia, in occasione dell’anniversario della sua morte, ha deciso di donare le sue spoglie alla Chiesa ugentina, mentre i fedeli attendono che Papa Francesco lo dichiari “venerabile”, primo passo verso il processo di beatificazione.

Don Tonino Bello era un prete semplice, il prete di tutti. Non a caso, presentandosi nel 1982 alla Chiesa di Molfetta, in veste di vescovo disse: “Accoglietemi come fratello e amico, oltre che come padre e Pastore. Liberatemi da tutto ciò che può ingombrare la mia povertà”.

Il suo modo di essere ricorda molto quello di Papa Francesco, che nel 2018 ha fatto visita alla tomba del sacerdote ad Alessano, suo paese Natale.

“Stare con gli ultimi significa lasciarsi coinvolgere dalla loro vita. Prendere la polvere sollevata dai loro passi. Guardare le cose dalla loro parte”. Con questa frase la comunità religiosa lo ha ricordato, impegnandosi a restare sempre dalla parte degli ultimi, specialmente in questo periodo difficile per tutti.