Gens Nova OdV, da sempre al fianco delle vittime, era parte civile nel processo penale che si è tenuto dinnanzi alla Corte di Assise di Foggia, e che vedeva imputati una banda di Rumeni composta da C.F. – C.S. – J.M.R.

I tre erano imputati  perché esercitavano sulle cittadine rumene, S.J. – S.I.B. – R.P.C., all’epoca dei fatti minorenni, poteri corrispondenti a quelli del diritto di proprietà, riducendole e mantenendole in uno stato di soggezione continuativa, comprensivo della privazione della libertà, sottoponendole ad un regime di vita degradante e doloroso, caratterizzato da continui maltrattamenti, costringendole ad effettuare prestazioni sessuali sfruttandone l’attività di prostituzione, proseguendo con questa condotta anche quando le vittime erano in stato interessante, con il costante e brutale impiego della violenza e delle minacce, approfittando delle condizioni di inferiorità fisica e psichica delle vittime, connesse alla loro minore età. E per i quali l’accusa aveva chiesto condanne tra i 13 e 15 anni.

La Corte di Assise di Foggia ha comminato condanne, agli imputati, comprese tra i 9 e 16 anni di carcere, riconoscendo il diritto al risarcimento a Gens Nova (quale parte civile).

L’operazione, condotta dalla D.D.A. di Bari e coordinata dalla Dottoressa Simona Filoni, ebbe inizio nel 2018. Soddisfazione espressa da Gens Nova, presieduta dall’Avv. Antonio Maria La Scala, che in questo giudizio era parte civile patrocinata dall’Avv. Gennaro Gadaleta, questa sentenza giunge all’indomani di un altro fatto grave, che vedeva sempre Gens Nova parte civile nel processo per violenze a giovani nigeriane, da parte di una banda di connazionali, anche qui le pene sono state severe, e confermate dalla Corte d’Appello di Bari.

“Questo non cancellerà le torture, i soprusi, e le violenze (fisiche e psichiche) subite dalle vittime, – sottolinea Gens Nova – ma senz’altro è un passo avanti nella lotta alle violenze di genere, dove la parola d’ordine è: denunciare i violenti, ed essere vicini alle vittime, attività per le quali ci siamo sempre battuti, ringraziando altresì l’operato degli inquirenti, e soprattutto i tempi con cui si è chiusa questa brutta vicenda”.