“Le nostre richieste sono state ben accettate e condivisi dal Prefetto di Lecce, che si è fatta carico di inviarla a Patuanelli e a Conte”. A parlare è Antonio Sorrento, presidente di Pin Partite Iva Nazionali, incazzate come si definiscono loro, al termine dell’incontro avuto a Lecce, al culmine della manifestazione organizzata per protestare contro l’ultimo Dpcm anti coronavirus.

“Inoltre – sottolinea il presidente di Pin sempre riferendosi al Prefetto di Lecce, Maria Rosa Trio – aggiungerà una sua nota a tergo che sarà riferita ad un aumento del limite dei ristori tutt’ora previsti, oltre che un riferimento ad un più immediato invio degli stessi”. Insomma, sebbene si sia trattato di un passaggio istituzionale interlocutorio, si può dire che sia andato bene. Oltre a Pin, in Prefettura c’erano anche il presidente di FIT Federazione Italiana Tennis, il presidente ANPALS Associazione Nazionale Palestre, e per i pubblici esercizi il presidente ALI, ACEA FAI Anti Racket; tutti hanno sottoscritto le richieste avanzate dalle Partite Iva Nazionali.

Esattamente di quali richieste parlano? Beh, la pandemia oltre alle vittime per motivi di salute, ne sta facendo anche per motivi di lavoro: “Abbiamo chiesto l’intercessione del Prefetto con il Governo, affinché nelle misure restrittive che sono state adottate, e si adotteranno, si tenga conto degli elementi che differenziano i territori come la densità di popolazione, di temperatura, di qualità dell’ambiente, di utilizzo di mezzi pubblici, della mancanza di grandi fabbriche e del basso tasso di contagi che si è avuto sia nella prima fase che nella nuova fase” spiega Sorrento.

“Possiamo anche condividere le ragioni che hanno portato allo stop di cinema, teatri, palestra e piscina, o alla chiusura di bar e ristoranti alle ore 18.00, senza dubbio i contagi nella nostra Nazione stanno aumentando – aggiunge – ma se si terrà conte di quelle differenze tipiche di ogni territorio, le aziende presenti in Puglia, e soprattutto nel Salento, potranno continuare a lavorare, sempre rispettando le norme di sicurezza e prevenzione”.

“La nostra economia ormai non c’è più, i ristori messi a disposizione dal Governo, non sono stati e non saranno sufficienti – conclude Sorrento – a far restare in piedi le attività che faticano duramente ad andare avanti”.