Una lunga lettera, indirizzata tra gli altri a Emiliano e Montanaro, per chiedere certezza sui tempi di riapertura dell’ospedale di Castelleneta, chiuso dopo i casi di contagio tra il personale dipendente dopo che uno dei medici aveva taciuto del suo viaggio a Milano prima del lockdown e delle restrizioni per tutta l’Italia.

“L’Ospedale San Pio di Castellaneta non riaprirà entro il termine di 15 giorni come garantito dal Direttore Generale dell’ASL di Taranto durante la Conferenza dei Sindaci del 9 aprile scorso, alla presenza del Governatore Michele Emiliano, e comunicato in più occasioni, anche a mezzo stampa, dallo stesso manager”. La tesi è dei sindaci di Castellaneta, Ginosa, Laterza, Massafra, Mottola, Palagianello e Palagiano.

“Si evince – scrivono – tra le righe di un comunicato stampa dell’ASL, diffuso nella serata di lunedì 20 aprile, nel quale si dettaglia il cronoprogramma dell’esecuzione dei tamponi al personale sanitario del San Pio e che indica il prossimo 27 aprile come data di ultimazione di questa attività e non più il 24, come comunicatoci dal D.G. con la sua
nota di aggiornamento n. 66449/2020”.

“Lo stesso Rossi – evidenziano – ha dunque disatteso le raccomandazioni giunte dal Presidente della Regione Puglia e dai Sindaci di comprimere i tempi per la riapertura del San Pio; infatti, appare chiaro che, se altri tamponi devono essere eseguiti al 27 aprile, la riapertura sembra procrastinata alla prima decade di maggio”.

“L’inevitabile ritardo della riapertura della struttura ospedaliera rispetto alla data promessa, il trasferimento di operatori del nosocomio di Castellaneta presso altri presidi, stabilito per alcuni lavoratori della Sanità Service distaccati al “Moscati”, il mancato riscontro oggettivo sul potenziamento dei reparti di Ostetricia-Ginecologia e Pediatria, il mancato avvio dell’UTIC, così come richiesto con le nostre note delle ultime settimane, evidenziano un’azione della Dirigenza Sanitaria segnatamente opposta alla collaborazione istituzionale con i Sindaci del versante occidentale – sottolineano – nonché una sua inadeguatezza nella gestione della problematica”.

Stante il rischio per il territorio di rimanere senza presidio ospedaliero di I Livello, la richiesta di una videoconferenza per discutere “della riapertura a pieno regime del San Pio e per proseguire, al più presto, il percorso di crescita e di potenziamento del nostro ospedale, così come previsto non solo dal Piano di Riordino Ospedaliero del 2016, ma anche come riconoscimento alla professionalità ed alla abnegazione messa in campo in questi anni, ed in particolare in questa fase, da parte di tutti gli operatori sanitari del nosocomio”.