Riflettori puntati dalla Guardia Costiera sulla pesca illegale, con particolare attenzione al bianchetto, tanto amato dai baresi col nome di “schiuma di mare”, che proprio non si può assolutamente pescare, come ha chiarito in maniera inequivocabile il nostro buon amico Mimmo della pescheria. Nel periodo che va dal 30 gennaio al 9 febbraio, sono stati effettuati circa 200 controlli, a seguito dei quali sono stati contestati illeciti amministrativi per un importo di circa 55mila euro di sanzioni pecuniarie comminate, oltre all’accertamento di alcuni illeciti penali, nonché al sequestro di 1,5 tonnellate di prodotto ittico, tra cui tonno rosso, ricci di mare e appunto il così detto “bianchetto”, ossia esemplari di sarda allo stato giovanile.

La pesca del bianchetto, che è illegale trattandosi di novellame, è molto diffusa soprattutto nella zona del Golfo di Manfredonia, e gli sforzi profusi si sono concentrati anche sull’importantissimo aspetto preventivo della deterrenza, al fine di tutelare una risorsa ittica a rischio depauperamento.

Su disposizione del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto, Nave “Bruno Gregoretti”, nave da supporto multiruolo della Guardia Costiera, nel periodo compreso tra il 30 gennaio e il 4 febbraio scorso ha svolto – grazie al coordinamento del Reparto Operativo della Direzione Marittima di Bari – una specifica attività di vigilanza e controllo delle attività di pesca marittima professionale e sportiva, con l’obiettivo primario di scoraggiare la pesca illecita di specie ittiche inferiori alla taglia minima consentita, concentrandosi proprio sulla pesca del “bianchetto”, di cui la legge vieta la cattura tutto l’anno e senza alcuna deroga.
Il tratto di mare oggetto del monitoraggio ha riguardato sia il litorale compreso tra il porto di Manfredonia e il comune di Margherita di Savoia, che le acque prospicienti il Parco Nazionale del Gargano.

Nell’ambito di tale attività sono stati ispezionati n. 4 pescherecci e 12 unità da diporto impegnate nella pesca sportiva/ricreativa, riscontrando alcuni illeciti amministrativi tra i quali: omessa marcatura dell’attrezzo da pesca detenuto a bordo di un motopesca (circa 300 m. di rete da posta fissa del tipo “tramaglio”), per il quale è stata elevata una sanzione pecuniaria di € 2.000 e il sequestro amministrativo dell’attrezzo; presenza di marittimi sprovvisti di visita medica d’idoneità alla mansione svolta a bordo, i e l’uso di attrezzo non consentito per la pesca sportiva/ricreativa a bordo di un natante da diporto (circa 300 m di rete da posta di tipo “tramaglio”) per il quale è stata elevata una sanzione pecuniaria di € 1.000, con il sequestro dell’attrezzo vietato e del relativo pescato (2 kg. circa di seppie).
Ulteriori controlli sono stati effettuati per verificare il rispetto del periodo di divieto di cattura del pesce spada, stabilito dalla legge nel periodo tra gennaio e marzo.
Le attività di controllo continueranno anche nei prossimi giorni, al fine di garantire il rispetto di norme e regolamenti in materia di pesca.