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Il Tribunale di Lecce, sezione Misure di prevenzione, presieduto dal Giudice Fabrizio Malagnino, Giudice Relatore Bianca maria Todaro, ha definito il procedimento avviato su proposta della Direzione Distrettuale Antimafia avente ad oggetto l’applicazione di Misure di prevenzione personali e patrimoniali nei confronti dei fratelli De Lorenzis dediti, tra l’altro, alla gestione di sale slot.

Il Tribunale ha disposto, confermandola, la Misura di prevenzione della sorveglianza speciale per anni due con obbligo di soggiorno, nei confronti dei germani Salvatore e Pietro De Lorenzis che restano attinti altresì dalla misura patrimoniale della confisca su diversi beni mobili ed immobili; la confisca è stata quindi disposta anche su beni riconducibili a Saverio De Lorenzis e coniuge, il tutto in ragione della ritenuta pericolosità sociale e della constatata sperequazione tra i redditi dichiarati e gli investimenti eseguiti che, pertanto, si ritiene siano il frutto di attività illecite.

Diverso discorso è stato invece affrontato per Pasquale Gennaro De Lorenzis ed ex consorte, Elisabetta Cesi che, assistita dall’avvocato Gelsomina Cimino del Foro di Roma, ha potuto agevolmente superare la presunzione relativa sancita dall’art. 26 del Codice Antimafia “avendo ella sola ampie disponibilità economiche utili a giustificare gli investimenti eseguiti, così escludendo ogni possibile commistione con gli eventuali traffici illeciti dell’ex coniuge”.

Con riferimento a Pasquale De Lorenzis, il Tribunale ha rilevato che “sulla scorta delle risultanze investigative, risulta l’assenza di emergenze suscettibili di confortare un adeguato legame pertinenziale, sicché, non possono ritenersi sussistenti elementi attendibili sulla scorta dei quali ricondurre gli investimenti di Pasquale De Lorenzis alle risorse illecite acquisite al proposto.”

“Di contro – continua il Tribunale – i beni acquisiti da Pasquale De Lorenzis e Elisabetta Cesi nel periodo sospetto, risultano adeguatamente giustificati dalle risorse economiche del nucleo familiare, siccome ricostruite dal perito nominato”. È stato quindi disposta conseguentemente la revoca del sequestro di tutti i beni facenti capo a loro.