La guerra combattattuta dal novello Davide, Martino Scialpi, contro il gigante Golia, il Coni, è puntellata da numerose battaglie. Uno dei comabattimenti corollari alla rivendicazione del pagamento del 13 al Totocalcio fatto il primo novembre del 1981, è la denuncia per diffamazione a mezzo stampa di cui era accusato Gugliemo Boccia, l’avvocato che difende Scialpi.

Il legale tarantino è stato prosciolto da tutte le accuse perché il fatto non sussiste, con la conseguenza del mancato procedimento da parte del consiglio di disciplina dell’Ordine professionale. Una formula di assoluzione piena, nonostante i due avvocati del Coni, Luigi Condemi Morabito ed Enrico De Francesca, si fossero opposti alla richiesta di archiviazione proposta dal pubblico ministero.

Alcuni giornali avevano riportato la notizia delle indagini penali a carico dei due legali del Coni, nei cui confronti veniva sollevata l’ipotesi di aver prodotto documenti falsi nel corso dei processi contro Martino Scialpi. Condemi Morabito e De Francesca avevano accusato l’avvocato Guglielmo Boccia di aver rilasciato dichiarazioni diffamatorie.

Il Tribunale penale ha stabilito che il legale di Martino Scialpi non ha contravvenuto nè al codice né alle regole deontologiche della professione forense. “Ho sempre avuto piena fiducia nella magistratura – spiega Boccia -, soprattutto sapendo che la mia condotta è  stata lineare. Il mio lavoro nelle aule di Tribuale a difesa di Martino Scialpi è sempre stato deciso ma corretto”.

In sostanza Condemi Morabito e De Francesca hanno provato a far attribuire le notizie di stampa a dichiarazioni di Boccia. Tornando alla guerra sul quel maledetto 13 al Totocalcio, il mese di aprile si preannuncia determinante per le sorti del giocatore, al quale inspiegabilmente il Coni sta rifiutando di incassare la vincita.