Dalle prime ore dell’alba, la Polizia di Stato e l’Arma dei Carabinieri hanno eseguito 27 ordini di esecuzione pena emessi dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte   di Appello di Bari, seguiti alla decisione del 21 novembre 2018  della Suprema Corte di Cassazione che ha confermato l’intero impianto accusatorio del processo a carico di   Angelo Asseliti, rendendo definitive le pesanti condanne emesse nei confronti di 27   imputati, appartenenti ad un sodalizio criminale armato dedito al traffico di sostanze   stupefacenti operando nel nord barese e in particolare ad Andria.

I provvedimenti sono stati eseguiti:

a cura dell’Arma dei Carabinieri, nei confronti di:

1.         BERNOCCO Savina di anni 42, anni 5 di reclusione;

2.         CAFIERI Leonardo di anni 46, anni 6 e mesi 8 di reclusione;

3.         CAFIERI Rosa di anni 45, anni 3 e mesi 1 di   reclusione;

4.         DI TRANI Addolorata di anni 58, anni 7 e mesi 4 di reclusione;

5.         FORESTI Paolo di anni 36, anni 6 e mesi 8 di reclusione;

6.         FORTUNATO Francesco di anni 55, anni 7 e mesi 4 di reclusione;

7.         LASORSA Francesco di anni 37, anni 7 e mesi 4 di reclusione;

8.         LOCONTE Felice di anni 44, anni 7 e mesi 4 di reclusione;

9.         MERRA Antonio di anni 35, anni 12 e mesi 6 di reclusione;

10.    MERRA Riccardo di anni 41, anni 6 di reclusione;

11.    PIGNATARO Antonio di anni 34, anni 24 e mesi 8 di reclusione;

12.    PISTILLO Annarita di anni 39, anni 5 e mesi 4 di reclusione;

13.    PISTILLO Francesco di anni 45, anni 30 di reclusione;

a cura della Polizia di Stato

14.    ASSELITI Angelo di anni 45, anni 6 e mesi 8 di reclusione;

15.    DELL’ENDICE Pietro di anni 35, anni 8 e mesi 8 di reclusione;

16.    DI CEGLIA Giuseppe di anni 50, anni 6 di reclusione;

17.    DI CEGLIA Lorenzo di anni 46, anni 4 e mesi 4 di reclusione;

18.    LASORSA Savino di anni 40, anni 7 e mesi 4 di reclusione;

19.    LOVREGLIO Vincenzo di anni 35, anni 1 e mesi 2 di reclusione;

20.    MATERA Michele di anni 40, anni 7 e mesi 6 di reclusione;

21.    NOVELLI Camillo di anni 43, anni 3 e mesi 4 di reclusione;

22.    PESCE Salvatore Alessandro di anni 35, anni 13 e mesi 4 di reclusione;

23.    PIARULLI Riccardina di anni 40, anni 7 e mesi 4 di reclusione;

24.    PISTILLO Vincenzo di anni 47, anni 3 di reclusione;

25.    SMAANI Tarek, nato in Algeria di anni 49, anni 5 e mesi 4 di reclusione;

26.    PORRO Saverio di anni 30, anni 6 di reclusione;

27.    RELLA Riccardo di anni 45, anni 8 e mesi 9 di reclusione.

Le attività investigative si sono   concluse   il 7 febbraio 2014 con l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti degli esponenti di vertice ed i   fiancheggiatori del clan “Pesce Pistillo”.

In particolare, la complessa indagine che è stata svolta dalla Polizia di Stato e dai Carabinieri,   ha ricostruito le attività illegali del gruppo criminale organizzato prevalentemente su base familiare,   chiamato convenzionalmente gruppo “PISTILLO-PESCE”, continuativamente e stabilmente dedito al traffico illecito di sostanze stupefacenti, mediante acquisto di congrue scorte (dell’ordine di uno o più chili per tipo di sostanza), ripartizione in dosi così dette “da strada” e rivendita al minuto agli utilizzatori finali nel territorio della città di Andria.

Tale gruppo – composto prevalentemente da personaggi dediti da sempre ad attività illegali – si sarebbe strutturato nella sua attuale configurazione a partire dall’anno 2004 (con   permanenza    sino alla   data   della    richiesta   di   rinvio a   giudizio) per iniziativa e volontà di PISTILLO Francesco il quale, pur detenuto per gravi fatti di sangue a partire dall’anno 2000 (condannato irrevocabilmente   per   l’omicidio   dell’ex boss Agostino Pastore, avvenuto in   Andria   in   data 24.9.2000), avrebbe fatto valere la sua autorità e preminenza gerarchica tramite i suoi familiari rimasti a piede libero (condannato   irrevocabilmente   l’1.6.2012 per il   reato ex art. 416 bis   c.p., in   qualità   di   capo   della   omonima   associazione,    nell’ambito   del   processo c.d. “Castel   del Monte” della   Procura   Distrettuale    di   Bari).