Non c’è pace per l’Arif e il suo direttore generale, Domenico Ragno, che adesso rischia una pesante sanzione. I fatti risalgono alla settimana scorsa. Una mezza dozzina di Carabinieri e ispettori della Asl ha fatto irruzione alla Foresta Umbra, dove un centinaio di operai stanno provvedendo alle operazioni di messa in sicurezza di bosco e sottobosco.

Un intervento delicato, che merita tutte le attenzioni del caso, ma soprattutto obbliga gli operai a indossare vestiario e dispositivi di sicurezza individuali adeguati. L’incursione a sorpresa avrebbe confermato la dettagliata denuncia fatta alle autorità competenti da uno di questi dipendenti ormai stufo di essere preso in giro.

Dopo anni di lettere e solleciti, fatti affinché l’Agenzia per le attività irrigue e forestali della Puglia fornisse l’adeguato vestiario e i dispositivi di sicurezza: maschere, scarpe antinfortunistiche, caschi, guanti, occhiali, pantaloni, giacche e giubbini invernali, tanto per citarne alcuni, l’operaio ha deciso di scavalcare i distratti vertici del chiacchieratissimo ente pubblico.

Ispettori e Carabinieri, a detta degli stessi operai, hanno trovato la maggior parte di loro sprovvisti di qualsiasi cosa, essendo ormai l’ultima fornitura datata. Nonostante l’attività dell’Arif sia linda e pinta, come riferitoci dall’addetto stampa Beppe Stallone, l’ente continua ad essere protagonista di innumerevoli disavventure.

Non sappiamo se gli ispettori abbiamo già elevato una sanzione e provveduto a denunciare qualcuno. Nel solco della rivoluzione trasparente annunciata, siamo certi che l’Arif vorrà chiarire la vicenda e magari il direttore generale, Domenico Ragno, accetterà finalmente di concedersi ai nostri microfoni o di firmare un’altra lettera di sollecito come nel caso della parentopoli e della macchinopoli.