Su richiesta della Procura Regionale della Corte dei Conti di Bari, la Sezione Giurisdizionale per la Puglia ha disposto il sequestro conservativo “ante causam” di beni nei confronti dell’ex Commissario Straordinario dell’EIPLI, Ente per lo Sviluppo dell’Irrigazione e la Trasformazione Fondiaria in Puglia, Lucania ed Irpinia di Bari, il sessantaseienne Saverio Riccardi.

Il sequestro, consistente in due appartamenti e due locali in Matera e Pomarico (MT) e tutte le ragioni di credito per somme dovute al Riccardi dall’EIPLI stesso, dall’INPS e da alcuni Istituti bancari, per un valore complessivo pari a 370mila euro, è stato eseguito dai militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bari in collaborazione con ufficiali giudiziari dell’UNEP di Matera.

La vicenda amministrativa che ha provocato l’indagine contabile è relativa alla nomina, nel 2011, da parte di Riccardi del geometra Gaetano Di Noia, fino ad allora operaio-tecnico alle dipendenze dell’EIPLI, a Capo di Gabinetto dell’organo di governo dell’Ente. In sintesi, il Capo di Gabinetto, assunto nel 2010 dallo stesso Commissario per ragioni di stabilizzazione del personale, si è trovato a passare, in un anno, senza idoneo titolo di studio e senza aver sostenuto alcun concorso pubblico, da una posizione contrattuale quale operaio tecnico inquadrato in area B1 (ex V qualifica funzionale) ad una di dirigente della pubblica amministrazione.

La promozione è avvenuta con soli atti monocratici del Commissario Straordinario Riccardi, in aperta violazione dell’art 16 D.lgvo 165/2001 sul pubblico impiego ed in spregio di ogni normativa diretta al buon andamento e trasparenza nella Pubblica Amministrazione. Da tale nomina, inoltre, sono derivati per il dirigente poteri di controllo su tutti gli atti di gestione, compresi anche quelli del direttore generale dell’Ente pubblico.

Il nuovo Capo di Gabinetto, dal 2012 è stato gratificato anche con una congrua indennità di posizione, pari a 30mila euro annui, e un’indennità di risultato, pari a 10mila euro annui, il tutto con annessi conguagli di stipendi e indennità, oltre a cospicui rimborsi per spese di missione, spesso senza documenti giustificativi, quantificati in oltre 40mila euro tra il 2012 ed il 2015.

Tutto ciò è avvenuto nonostante la ferma opposizione e il richiamo alle corrette norme sulle nomine nel pubblico impiego da parte del Collegio dei Revisori. La nomina è stata poi revocata nell’aprile 2016. Sulla vicenda sono stati quindi svolti, dai finanzieri del Nucleo, mirati accertamenti patrimoniali e bancari.

All’esito dell’analisi della complessa documentazione acquisita e sulla scorta delle risultanze reddituali, patrimoniali e bancarie, la Procura contabile ha pertanto proposto alla Corte dei Conti un sequestro conservativo ante causam del valore di 370mila euro, nei confronti del Riccardi Saverio, quale danno erariale per le somme erogate illecitamente al nominato Capo di Gabinetto.

Il Presidente della Sezione Giurisdizionale per la Puglia della Corte dei conti ha disposto con provvedimento del 18 aprile 2018 il sequestro conservativo richiesto, quale garanzia patrimoniale nei confronti dell’Erario ed in particolare del citato Ente di Irrigazione, in relazione al pericolo che l’imputato, nelle more della definizione del giudizio, possa disfarsi dei propri beni.