foto di repertorio

La Prefettura fa e il Tar disfa. Non si tratta di una guerra tra i due, ma è semplicemente l’esito abbastanza inusuale dell’affare rifiuti, chiamiamolo così, che riguarda la fallita Lombardi ecologia e la new company Ercav, nata nell’ambito di una proposta di concordato preventivo, poi bocciata, con i vertici di nomina giudiziaria e destinata a essere venduta, poi sottoposta però a interdittiva antimafia disposta dalla Prefettura di Bari a novembre dello scorso anno. Insomma un casino anche solo da spiegare in parole semplici.

Ieri il Tar ha annullato l’interdittiva della Prefettura. Secondo il Tribunale amministrativo regionale, nel dispositivo la Prefettura elenca dati spesso non aggiornati o non corretti nei riferimenti soggettivi e comunque non facilmente riconducibili a reati-spia rispetto a situazioni coinvolgenti i componenti della famiglia Lombardi”. Di più, “non viene neppure approssimativamente delineato il meccanismo del potenziale asservimento della Lombardi ecologia rispetto a iniziative di una o più organizzazioni di stampo mafioso”.

Altro elemento di rilievo fatto notare dal Tar è il fatto che la Ercav è gestita dalla curatela fallimentare e non dalla famiglia Lombardi, i cui membri risulterebbero in aggiunta incensurati. L’interdittiva della Prefettura aveva bloccato la possibilità per la Ercav di stipulare nuovi contratti e nominato due amministratori straordinari per la gestione di quelli in essere per la raccolta rifiuti in 29 Comuni.