Il Porto di Bari.

Un taglio di 144 milioni di euro ai fondi statali per 6 porti italiani. Sono gli effetti della rimodulazione delle spese per opere infrastrutturali a seguito della riforma dei porti voluta al ministero dei Trasporti che ha di fatto accorpato le 24 autorità portuali in 15 Autorità di sistema portuale.

Si tratta di finanziamenti che sarebbero serviti per l’ammodernamento di banchine, piazzali e fondali. Quelli che vedono ridimensionarsi le risorse sono sei: Augusta, la meno colpita (cancellati “solo” 1,09 milioni) Brindisi, La Spezia, Monfalcone e soprattutto Napoli e Trieste, i porti più colpiti visto che perdono rispettivamente 30,1 e 33,3 milioni di euro.

Per quanto riguarda la Puglia, spicca il taglio netto di 18milioni per il porto di Brindisi: viene azzerato il finanziamento della nuova Stazione Marittima di Costa Morena e quello per la riqualificazione del lungomare. Ma se Brindisi piange, Bari non ride: per il capoluogo, infatti, non era previsto nessun finanziamento prima e non arriverà nemmeno un centesimo adesso.

Chi festeggia la nuova rimodulazione, invece, è soprattutto Taranto dove non sono previsti tagli ma una pioggia di soldi per nuovi cantieri: il porto della città ionica arriveranno i soldi necessari per finanziare ben 6 opere infrastrutturali per un totale di oltre 28 milioni di euro.

In buona sostanza, zero soldi freschi per finanziare i 116 milioni previsti per opere infrastrutturali nel Programma Triennale delle Opere Pubbliche 2018-2020 dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale per il porto di Bari. Con buona pace dell’Autorità di Sistema Portuale dell’Adriatico meridionale, che continua a sperare in nuove infrastrutture.