Gli appassionati di fiction americane sanno benissimo di cosa stiamo parlando. La famosa serie “Cold Case” è incentrata sulla risoluzione dei casi rimasti da tempo insoluti. Dopo 40 anni i Carabinieri di Bari hanno sequestrato oltre 50 milioni di euro al 78enne Giuseppe Stallone che, nel lontano 1984, aveva partecipato al rapimento dell’imprenditore Pietro Fenotti, chiedendo un riscatto di oltre 10 miliardi di Lire. Sono stati posti inoltre i sigilli a una nota sala ricevimenti di Andria di proprietà. Per il rapimento era stato condannato a sei anni e quattro mesi di reclusione.


La complessa attività investigativa effettuata ha tracciato le modalità attraverso le quali Stallone, pur essendo stato coinvolto in attività delittuose negli anni ‘80,  abbia successivamente provveduto a “ripulire” i guadagni illeciti derivanti dai suoi traffici, reinvestendoli prevalentemente nella realizzazione della lussuosa sala ricevimenti e nell’omonima società che ne gestisce la ristorazione e l’organizzazione di eventi pubblici e privati.

I Carabinieri grazie a una complessa indagine patrimoniale sono riusciti a risalire alle origini della carriera imprenditoriale dell’uomo. Il patrimonio del pregiudicato era un vero e proprio impero economico costituito soprattutto da beni immobili. Già sorvegliato speciale, Stallone rappresentò la figura apicale di un gruppo criminale armato, dedito negli anni ’80 a sequestri di persona a scopo di estorsione, organizzati in varie località d’Italia. Risultò coinvolto anche in altri tre rapimenti compiuti, tra il 1977 e il 1982, tra Roma, Bari e Lecce, per uno dei quali fu pagato un riscatto di ben 5 miliardi di lire.

Lo stile di vita di Stallone, ricostruito dagli investigatori per circa quaranta anni è stato così ritenuto ingiustificato, a fronte dei circa 15 mila euro annui dichiarati al fisco. L’operazione svolta dai Carabinieri rappresenta la chiara dimostrazione che presto o tardi la Giustizia riesce a contrastare il fenomeno dell’accumulo di patrimoni illeciti.