Stretto nella morsa delle ricerche dei Carabinieri, alla fine si è costituito il settimo componente della banda, sfuggito la scorsa notte al blitz dei Carabinieri. Si è chiuso così il cerchio del narcotraffico murgese che utilizzava il termine “olio” per parlare di “droga”.

N.S., 48enne minervinese di origini tedesche, al momento dell’operazione di polizia si trovava in Francia, dove lavora e dove l’eco degli arresti dei suoi complici si era fatto sentire. Le pressanti ricerche condotte dai Carabinieri hanno fatto sì che decidesse di costituirsi presentandosi alla caserma di viale Di Vittorio, proprio a Minervino.

Lì i militari lo hanno arrestato, dando esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare che lo vede coinvolto, insieme ad altri sei narcos, in un gruppo criminale dedito al traffico di sostanze stupefacenti, avente sede nel comune di Minervino Murge e ramificato in Barletta e Cerignola.

L’attività investigativa per cui è indagato, portata avanti sul campo dal Nucleo Operativo della Compagnia di Andria e dalla Stazione Carabinieri di Minervino Murge, ha svelato l’esistenza nel predetto comune di un gruppo delinquenziale dedito alla gestione di alcune tra le più fiorenti piazze di spaccio della Murgia settentrionale, alimentandole costantemente con significative partite di hashish, marijuana e cocaina, approvvigionate in
Barletta e Cerignola, tale da realizzare un volume d’affari illecito stimato in alcune migliaia di euro giornaliere.

Sono inoltre state accertate qualificate relazioni della consorteria murgiana in Lombardia e in Francia, attinenti al narcotraffico, e che si estendevano anche nelle rinomate spiagge della Costa Azzurra, dove la richiesta del particolarissimo narco-olio era di diverse decine di chilogrammi al mese.