“Abbiamo voluto invertire l’approccio tradizionale del Sindacato, che si siede al tavolo di concertazione e discute la proposta di Piano Sociale di Zona senza aver preventivamente verificato i reali bisogni delle popolazioni residenti nei Comuni di riferimento”. Gigia Bucci, segretario generale Cgil Bari, presenta così lo studio pilota nato da una idea del sindaco in collaborazione con il Centro Studi a cura della Dott.ssa Letizia Carrera, sociologa dell’Università del capoluogo pugliese.

“Dal 2008 – ha detto la Bucci – la crisi finanziaria internazionale ha colpito duramente l’economia italiana, milioni di famiglie sono in condizioni di povertà assoluta e il Mezzogiorno ancor di più. Le amministrazioni comunali hanno un ruolo centrale nella gestione della crisi economica e sociale. Purtroppo devo affrontare una situazione difficile e a tratti paradossale dal momento in cui le richieste di bisogno aumentano, ma diminuiscono in modo consistente le risorse sia finanziarie sia umane, a causa dei tagli alla spesa pubblica”.

“In previsione del prossimo Piano Sociale che la Regione Puglia dovrà emanare, la Cgil di Bari ha avviato una indagine sociale pilota, analizzando l’Ambito di Conversano con i Comuni di Conversano – Polignano a Mare – Monopoli e l’Ambito di Altamura con i Comuni di Altamura – Gravina in Puglia – Santeramo in Colle – Poggiorsini. L’obiettivo è presentare al tavolo della concertazione i bisogni di quelle popolazioni oggetto dell’indagine pilota e rispetto a quei bisogni aprire una vera contrattazione”.

“La ricerca ha mostrato uno scenario complesso e differenziato  –  ha spiegato Letizia Carrera – emerge con chiarezza una domanda da parte delle famiglie che si confronta con una offerta di servizi per ora inadeguata alle esigenze, soprattutto in alcuni comuni come Santeramo e Polignano, anche se negli altri comuni le valutazioni non arrivano che poco oltre la soglia della sufficienza. Fa eccezione Altamura, che raggiunge valori appena più alti”.

“Lo scenario tratteggiato dai dati forniti dai questionari somministrati offre importanti spunti di riflessione nella prospettiva della costruzione di strategie di implementazione e di miglioramento del sistema del welfare socio-territoriale complessivo comunale e di ambito. Proprio in scenari sociali e economici come quelli attuali – ha concluso la sociologa – è fondante la necessità che la progettazione del welfare muova dalla profonda conoscenza delle esigenze specifiche espresse dai territori e sappia farsene carico, ma che al tempo stesso sappia muoversi al di là di quelle, a volte parziali e particolaristiche, in vista di un progetto più universalistico per un welfare di qualità, solidale e inclusivo”.