La domanda è: perché fare un concorso, sapendo di non avere intenzione di assumere i vincitori e scorrere le graduatorie degli idonei? Il caso del concorso Ripam Puglia sta assumendo dimensioni paradossali con pochi precedenti, tra il silenzio di molti e la rabbia di quanti pensavano che studiare e vincere una selezione con i soli meriti propri sarebbe valso un futuro più stabile.

Il Comitato Vincitori e Idonei non si ferma e dopo la protesta dei giorni scorsi, insieme ai dipendenti storici, replica con una nota alle dichiarazioni della Funzione Pubblica Cgil accusandola di un tanto inspiegabile quanto costante accanimento da parte di un sindacato, che da statuto dovrebbe favorire l’ingresso dei giovani e dei disoccupati nel mondo del lavoro, contro chi ha avuto il “torto” di superare un concorso pubblico come vincitore o idoneo.

“È necessario puntualizzare – scrive il comitato – che la sentenza Corte Cost. n. 37/2016 non ha riconosciuto alcun diritto alla stabilizzazione dei precari della Regione. Inoltre la previsione di una stabilizzazione a domanda di centinaia di precari, addirittura prima dell’assunzione di vincitori e idonei di un concorso che già prevedeva notevolissimi vantaggi premiali per i lavoratori a tempo determinato, contrasta con l’obbligo di garantire l’adeguato accesso dall’esterno per le  assunzioni nel pubblico impiego.

Ciononostante, lo scrivente Comitato chiede che non si fomentino guerre tra poveri e pertanto sostiene la mozione n. 64 in quanto delinea un percorso volto a contemperare gli interessi di tutte le parti coinvolte (vincitori, idonei e precari). Sconcerta che al contrario la scelta della CGIL sia quella di chiedere che centinaia di giovani disoccupati che hanno superato come vincitori e idonei un concorso restino a casa, solo per ottenere in tempi più rapidi la stabilizzazione di chi non ha partecipato al concorso o vi è stato bocciato”.

A questo punto il comitato si è appellato al governatore pugliese Michele Emiliano, di risolvere il problema delle assunzioni seguendo il percorso individuato dalla mozione n. 64, distaccandosi dall’operato dalla giunta precedente.