Il consigliere comunale di Rutigliano Nicola Giampaolo, dopo essere intervenuto in merito alla chiusura dei punti di primo intervento nella provincia di Bari, ha deciso di andare oltre con alcune dichiarazioni sull’attuale condizione della sanità in Puglia. Perché la situazione è ancora in una situazione di stallo, ma Giampaolo lancia una vera e propria provocazione ai turisti, invitandoli a passare le vacanze altrove, non in Puglia. Ecco le dichiarazioni del consigliere comunale.

Nelle vesti di Gruppo Consiliare del Comune di Rutigliano è stato chiesto di ricevere – in virtù delle norme sulla legge alla trasparenza –  gli Atti di programmazione regionale sul fabbisogno delle Emergenze/urgenze e gli Atti su gli accreditamenti rilasciati alle strutture extraospedaliere di Bitonto, Casamassima, Castellana Grotte, Giovinazzo e Rutigliano per la medicina d’urgenza. Per procedere nelle attività giudiziarie.

Anche perché il piano di riordino della rete ospedaliera regionale varato dalla giunta Vendola, se non fosse per i gravi problemi di funzionamento della struttura della rete del soccorso (118, Punti di Primo Intervento e Pronto Soccorsi), avrebbe potuto avere il plauso della comunità pugliese. Purtroppo invece, quanto sta accadendo in Puglia per la mal gestione del servizio inerente l’emergenza sanitaria, preoccupa tutta la comunità pugliese e quanti decidono di venire a trascorrere le vacanze nella nostra Regione. Infatti, non basta rasserenare i cittadini su quanto previsto dallo stesso piano: “i territori interessati dalla disattivazione degli stabilimenti ospedalieri saranno oggetto di processo di potenziamento e riqualificazione delle attività assistenziali territoriali alternative al ricovero”.

I Punti di Primo Intervento non possono e non devono essere chiusi o ridotti a orari determinati nel corso della giornata. Questo servizio, che in ogni Comune interessato offre grossi vantaggi alle popolazioni, va a colmare le gravi lacune territoriali causate dalla soppressione degli stabilimenti ospedalieri in Puglia. Con la riduzione a dodici ore del servizio dei Punti di Primo Intervento è stato violato il diritto alla salute mentre la rete dell’emergenza-urgenza deve essere considerata il fiore all’occhiello della Sanità come avviene nel resto d’Italia e d’Europa. Essa deve essere compresa come un punto di forza della struttura sanitaria, deve essere la punta di diamante dell’Istituzione regionale per sanare gli aspetti territoriali, garantire l’incolumità pubblica, perché se funziona questo aspetto si creano le condizioni per una migliore qualità della vita. Lo dimostrano anche gli ottimi risultati portati a compimento dagli stessi Punti d’Intervento e dalle tantissime emergenze in codice rosso meravigliosamente attuati con una risoluzione della problematica patologica ristabilita.

Oggi siamo solo bravi a far emergere i lati negativi della Sanità, un ex Direttore Generale della ASL ci riferiva in un incontro nella Sala Consiliare di Rutigliano, che ci sono Punti di Primo Intervento che funzionano meglio di alcuni Pronto Soccorsi. E non dimentichiamo che il Primo Punto d’Intervento dev’essere considerato un filtro dell’emergenza/urgenza. Patologie dalle meno gravi come coliche, ferite o altro, a quelle più gravi da codice rosso, vengono risolte nello stesso ambulatorio; nel frattempo che giunge l’autoambulanza, il paziente riceve immediatamente il primo aiuto, senza il quale insorgerebbero complicanze. Nel Punto di Primo Intervento di Rutigliano c’è il cardiopalma collegato simultaneamente con la centrale, c’è il defibrillatore, ci sono i primi medicinali, ci sono medico e paramedico pronti a offrire il proprio ausilio con molta capacità professionale e a cui mai si sono sottratti.

Mentre in Puglia si sta limitando il diritto all’incolumità pubblica, in Europa si sta lavorando su diversi e nuovi argomenti quali un numero unico europeo, la definizione degli standard dei mezzi di soccorso, l’organizzazione delle max-emergenze, le nuove tecnologie, la telemedicina etc. etc. E ancora, la gestione sperimentale tra pubblico e privato con il coinvolgimento dei medici di medicina generale, che garantiscono una risposta sanitaria h24 con stanziamento paziente h24, il coinvolgimento di infermieri professionali e soccorritori in aderenza dell’art. 9 bis della riforma ter, etc. Ci chiediamo se tutto questo è previsto nella rete ospedaliera e sanitaria pugliese.

Oggi invece si pensa a costruire un ponte da 32 milioni di Euro completamente a dismisura con il territorio di Bari; si privilegiano campanilisticamente comunità con presidi con Primi Punti, 118 due o tre medici per Comune, lasciandone 70/100 mila abitanti senza; si continuano a privilegiare le comunità secondo un criterio campanilistico. Di questo dovrò parlarne con il Magistrato e su questo ho già chiesto nuova documentazione alla ASL. Lo faccio perché non voglio che cittadini e turisti possano incorrere nel rischio di morire dinanzi alla porta chiusa di un Punto di Primo Intervento, come tristemente accaduto in passato. Qualcuno deve pagare e deve pagare anche dopo, se dovessero essere ripristinati i primi Punti d’Intervento.

Non dimentichiamo i comuni del Subappennino Dauno isolati, per questo bisogna avere il coraggio di informare quanti decidono di venire in vacanza, che la Puglia non è ancora in grado di assicurare un’emergenza sanitaria; ricordo il caso di Mola di Bari, può essere rischiosa la vita di un Uomo in Puglia, o Polignano a Mare senza Primo Punto d’Intervento la notte. Anche perché in Puglia non si mette al centro della politica e delle istituzioni l’interesse e l’incolumità dell’uomo ma altro, come ponti che non produrranno nulla ma creeranno solo un grave impatto ambientale. Bisogna avere il coraggio di non invogliare questa Regione sotto il profilo turistico perché non esiste l’interesse dell’incolumità pubblica, cosa vendi una Polignano a Mare bella ma insicura! Non c’è l’importanza per la persona. Non venite in Puglia ma scegliete una regione più sicura perché l’Italia è bella tutta“.