Continuano senza sosta le operazioni dei finanzieri della Sezione Operativa Navale di Taranto che, nel corso di vari servizi in mare in materia di polizia economico finanziaria e vigilanza sulla pesca, estesi su tutta la circoscrizione di servizio comprendente anche la costa materana, nelle ultime settimane hanno sequestrato circa 3 quintali di novellame di pesce azzurro, il cosiddetto “bianchetto”, denunciando a piede libero tredici soggetti.

Più nel dettaglio, due settimane fa, sul lido di Pino di Lenne (TA), località nota quale habitat prediletto dei banchi di novellame di pesce azzurro, che vi trovano temperature ideali e nutrimento, una pattuglia delle Fiamme Gialle, a seguito di un’articolata attività di appostamento, ha avvistato un soggetto che, mostrando evidenti segni di nervosismo, sorvegliava – a piedi e con fare guardingo – un tratto particolarmente isolato del bagnasciuga.

All’atto del controllo, il soggetto fermato – sedicente calabrese, di Corigliano Calabro (CS) –, risultato sprovvisto di documenti e di mezzi di trasporto in loco, si mostrava particolarmente agitato, insospettendo i finanzieri che, ispezionata la zona, rinvenivano, ben occultate tra la vegetazione, 8 cassette di polistirolo contenenti 100 Kg “bianchetto”, novellame di pesce azzurro, tanto apprezzato sulle tavole pugliesi, lucane e calabresi, del quale sono, tuttavia, vietate la pesca, la detenzione, il trasporto e la vendita. I militari, quindi, sottoponevano immediatamente a sequestro il prodotto ittico denunciando a piede libero alla Procura della Repubblica di Taranto il sedicente calabrese, già noto alle forze dell’ordine per precedenti specifici.

La scorsa settimana, inoltre, nelle acque antistanti “Punta Rondinella”, a Taranto, l’equipaggio di un’unità navale delle Fiamme Gialle ha sottoposto a controllo una barca da pesca abusiva, riscontrando la presenza a bordo di 5 Kg di “bianchetto”. Il pescato è stato sottoposto a sequestro, con conseguente denuncia del capo barca – originario del Capoluogo Jonico – alla Procura della Repubblica di Taranto.

Nella giornata di giovedì scorso, invece, durante una sortita lungo il litorale di Ginosa Marina, un’unità navale del Corpo sorprendeva numerosissimi barchini sprovvisti di licenza di pesca – con tanto di furgoni d’appoggio sulla spiaggia, dotati di carrello per trasporto di natanti, provenienti dalla Calabria – che, alla vista delle Fiamme Gialle, si davano a precipitosa fuga, puntando terra, dove occultavano, tra le dune e la vegetazione circostante, numerosi secchi pieni di novellame, per poi dileguarsi. Sul posto intervenivano immediatamente, quindi, le pattuglie della Sezione Operativa Navale di Taranto, che all’esito di un’incisiva ispezione dei luoghi, rinvenivano e sottoponevano a sequestro ben 120 Kg di “bianchetto”.

Nel frattempo, in mare, l’unità navale delle Fiamme Gialle controllava due pescherecci tarantini, uno nell’atto di salpare il c.d. “velo”, la rete a maglie strettissima impiegata per la pesca del novellame, sottoposta a sequestro unitamente a 5 Kg di “bianchetto”, l’altro, che aveva tentato di allontanarsi per evitare i controlli dei finanzieri, con ulteriori 40 kg del pregiato prodotto ittico, abilmente occultati in stiva. Anche in questo caso scattava il sequestro del prodotto nonché la denuncia a piede libero alla Procura della Repubblica di Taranto per i 2 capibarca.

Nella stessa giornata, i Finanzieri, nelle acque antistanti la località di Lido Azzurro in Taranto, sequestravano un natante da diporto, abusivamente impiegato per la pesca, per la mancanza della prevista copertura assicurativa, sanzionando amministrativamente proprietario e conducente.

Ieri mattina infine le Fiamme Gialle denunciavano a piede libero i 9 occupanti di un natante sorpresi a pescare il “bianchetto” nelle acque antistanti il molo S. Nicolicchio, proprio dove insistono gli ormeggi della Sezione Operativa Navale, sottoponendo a sequestro varie decine di kg di novellame e la rete da pesca.
All’esito di tutte le attività di servizio, su positivo parere del personale Veterinario dell’ASL di Taranto, il prodotto ittico sequestrato è stato donato alle mense di numerosi enti caritatevoli della Provincia Jonica: la Casa Famiglia “La Mimosa”, la Parrocchia del “Sacro Cuore”, la Cooperativa Sociale “Giovanni Paolo II”, la Parrocchia “Santa Lucia” e l’“Associazione Benefica Fulvio Occhinegro” di Taranto, nonché la Comunità “Il Risorto” di Martina Franca.