Gli appassionati di calcio e gli scommettitori se lo ricordano bene, il caso del 13 al Totocalcio giocato nel 1981 e mai riscosso da Martino Scialpi ha fatto storia. Il commerciante ambulante di Martina Franca giocò una schedina vincente, 800 milioni di lire dell’epoca, mica noccioline. Da allora, però, si è aperto un contenzioso col Coni che si trascina ancora oggi. La matrice della giocata vincente, infatti, non è mai arrivata all’archivio corazzato del Totocalcio, da qui l’accusa per truffa al giocatore e un processo per truffa da cui l’uomo è uscito completamente scagionato. Ciò nonostante, Ministero delle Finanze e Coni si sono sempre rifiutati di pagare la vincita anche se il tagliando è stato dichiarato autentico.

Dopo 35 anni, forse, la vicenda si avvia a una conclusione. Il giudice Federico Salvati del Tribunale civile di Roma, infatti, ha disposto un’ordinanza con cui chiede alle parti di avviare una trattativa “in considerazione dell’obiettiva incertezza dell’esito della lite”. Il tentativo di conciliazione avverrà entro il 10 febbraio prossimo, giorno in cui sono convocati Martino Scialpi, il suo avvocato Guglielmo Boccia, gli avvocati del Totocalcio e il presidente del Coni Giovanni Malagò. Chissa che non spetti a lui, erede della causa dai suoi numerosi precedessori, scrivere la conclusione di questa lunga pagina di un calcio e un Totocalcio che non c’è più.