“Costi irragionevolmente elevati”. È così che la Corte dei Conti dell’Unione Europea ha commentato la spesa di 42 milioni di euro all’anno che la Puglia ha dedicato al ripristino dei muretti a secco: un messaggio, neanche troppo in codice, che porta in dote un inevitabile appunto sulla modalità di gestione dei fondi dedicati allo sviluppo rurale per il quinquennio 2007-2013. Muretti a secco che di fatto si sono aggiudicati il 97% delle risorse disponibili.

L’analisi degli atti avrebbe fatto saltar fuori anche altri dati “curiosi”. I costi, ad esempio, sarebbero sempre uguali al costo unitario massimo ammissibile e nel 50% dei casi esaminati i beneficiari non avrebbero avuto i requisiti per accedere ai fondi. Non solo, spesso le fatture presentate sarebbero state incomplete delle informazioni necessarie a stabilire sia il numero dei muretti ripristinati che la sede dei lavori. Circostanze sulle quali la Ue vuole vederci chiaro.