I Carabinieri hanno avviato le indagini sulla facilitatrice di Bitonto, i suoi attestati per operatori socio sanitari “falsi” a fronte del pagamento di 3mila euro e 200 di caffè a piacere e sui video di persone disabili inviati su WhatsApp a terze persone senza l’autorizzazione della struttura per cui lavora e men che meno dei familiari.

Sono state infatti presentate diverse denunce, a partire dalla cooperativa che l’ha licenziata in tronco fino a tutte quelle persone che hanno avuto a che fare con la facilitatrice e che hanno raccontato le loro storie davanti alla nostra telecamera.

La Procura di Bari, che sta raccogliendo tutte le informazioni sul caso, ha chiesto a noi del Quotidiano Italiano tutto il materiale in nostro possesso. Confidiamo che la giustizia faccia il suo corso.