Licenziata in tronco e denunciata alla Procura della Repubblica per aver ripreso senza consenso alcuni disabili, anche minori, e diffuso quei video a terze persone. La cooperativa in cui lavorava “la facilitatrice” di Bitonto è passata all’azione dopo il clamore mediatico suscitato dalla nostra inchiesta giornalistica.

Alcuni amici e conoscenti della donna l’hanno denunciata ai Carabinieri per aver fornito attestati da operatori socio sanitari falsi, senza aver frequentato come previsto dalle norme in materia e in alcuni casi anche in cambio di un “caffè a piacere”.

La cosa già prima del nostro interessamento non era sfuggita alla cooperativa, che aveva inviato una contestazione alla propria dipendente. Secondo quanto siamo riusciti a sapere, pare che sul luogo di lavoro la facilitatrice promuovesse i “suoi” corsi per il conseguimento dell’attestato.

La giustificazione sarebbe stata quella di aver solo tentato di aiutare, attraverso un ripasso approfondito, alcuni colleghi apertamente insoddisfatti dai corsi effettuati in precedenza. La classica goccia che ha fatto traboccare il vaso, però, sarebbe stata la diffusione dei video in cui vengono ritratti alcuni assistiti disabili, anche minori.

Diffusione avvenuta a persone che nulla avevano a che fare con l’ambiente lavorativo della donna. Sulla vicenda in ogni caso continuano ad emergere nuovi particolari e intrecci, che continueremo a seguire affinché si possa riuscire a fare chiarezza, in attesa che la magistratura possa eseguire tutti gli accertamenti del caso.