Dopo avervi fatto vedere le difficoltà dei pazienti nel reperire ossigeno e di chi distribuisce le bombole nelle farmacie o nelle case dei pugliesi, alla luce della manifestazione che si è tenuta nei giorni scorsi, nella nostra inchiesta oggi parleremo della gara d’appalto, elemento che ha scatenato una grande confusione. Lo facciamo con Maurizio Balice, responsabile amministrativo di Puglia Life.

A: “Parliamo di questa gara, ci spiega com’è andata?”

M: “A maggio del 2018, se non erro, InnovaPuglia, società in house con deleghe della Regione Puglia per l’espletamento degli appalti di beni e servizi ha istituito una gara per il servizio di ossigenoterapia domiciliare e dopo una consultazione pre-gara con gli operatori invitati, che di fatto si è rivelata una vetrina per InnovaPuglia e nulla più, ha fissato i termini del bando: una gara basata su 6 lotti con aggiudicazione massimo di 2 lotti con offerta economicamente più vantaggiosa”.

A: “E cosa significa?”

M: “In pratica c’è una combinazione prezzo qualità con un rapporto 30%-70%, il cui algoritmo determina il punteggio e la graduatoria. Ma vede, la realtà è un’altra”.

A: “Cioè l’azienda più virtuosa che prende un punteggio qualità alto può spuntarla?”

M: “Non è così perché essendo il punteggio qualità per 63 punti su 70 discrezionale, spetta alla commissione tecnica il compito di valutare il miglior progetto tecnico proposto ed attribuire i punteggi tenendo come riferimento il progetto valutato come il migliore ed attribuendo a scalare gli altri punteggi”.

A: “Quindi un’azienda non è in grado di sapere a priori se il suo progetto sarà giudicato valido”

M: “Infatti, e pertanto la partita alla fine si gioca quasi esclusivamente sul prezzo. Per carità, di fatto ha funzionato l’aspetto meritocratico, ma come prevederlo?

A: “Beh! Non è un cattivo affare per la Pubblica Amministrazione”

M: “Assolutamente no, infatti in questa gara strana è riuscita ad ottenere nell’ordine i seguenti sconti sul prezzo base d’asta, già ribassato sui valori nazionali (-4% – 41% – -43%)”.

A: “Come mai c’è questa enorme differenza nelle offerte commerciali? E come mai le aziende offrono sconti così elevati? Non le sembra che così diano ragione alla Pubblica Amministrazione che penserà di aver pagato troppo fino ad allora?

M: “Assolutamente, certo! Lo penserei anch’io. Però le cose non stanno esattamente così. È nell’ordine naturale delle cose cercare a tutti i costi di portarsi a casa i lotti in gara. Pensi agli atleti, che sono disposti a rischiare la propria vita dopandosi pur di primeggiare. È li non ti stai giocando la tua stessa esistenza. Le gare sono così, vivere o morire. Poi consideri che ogni anno vengono aggiudicate gare a prezzi sempre più bassi e questi prezzi saranno il riferimento a cui si ispireranno le Aziende per le gare successive. In Italia abbiamo 20 regioni e quindi 20 gare diverse, si fa presto a calare il prezzo a livelli minimi di sopravvivenza”.

A: “E quindi? Non facciamo più gare?”

M: “Si, almeno nella sanità, stiamo parlando di un farmaco salvavita accompagnato da un servizio essenziale. Altrimenti il rischio è quello di assistere ad un progressivo impoverimento in termini di qualità, sicurezza ed organizzazione del farmaco e del servizio. Ma di grazie, le mi dica, se un farmaco per l’Aifa ha un valore ex factory di 4,20 euro e prezzo al pubblico 6,20 a mc perché poi per le regioni vale 1,10? Per non parlare delle medie europee, ben al di sopra. Credo che l’Aifa abbia tarato quel prezzo sulla base di una serie di prescrizioni rivolte alle aziende titolari di Aic ed a tutta la filiera. In un dossier Aifa, approvato da quest’ultima, ci sono un numero elevato di procedure per garantire quelli standard di qualità e sicurezza, dalla produzione alla distribuzione. E li ha voluti il legislatore con il D.L. 219/06. Vada a leggersi questi dossier. Come può un’azienda sopportare tutti quei costi derivati ed assicurarsi anche una marginalità seppur minima con prezzi di aggiudicazione così bassi”.

A: “Ma allora perché li fate?”

M: “A parte che la Puglia Life non ha proposto sconti talmente bassi, ma sono le dinamiche di gara che portano a questi comportamenti. Anch’io pensavo che fossero gli operatori delle diverse aziende ad essere così fessi ma poi mi hanno parlato della realtà tedesca. Ebbene, anche i virtuosi tedeschi si comportavano allo stesso modo, poi è intervenuto il governo ed ha eliminato le gare in sanità, aggiudicate a prezzi considerati troppo bassi. Attraverso la simulazione delle diverse combinazioni di lotti, attraverso delle schede di redditività, abbiamo valutato la mole degli investimenti necessari. Posto che la redditività era scarsa e gli investimenti per una gara di 2+1+eventualmene 1 anno erano assai ingenti non si giustificava proprio una partecipazione. Però non partecipare significava mandare a casa tanti lavoratori”.

A: “Quindi avete deciso di partecipare, e com’è andata? Com’è che siete fuori da questa gara?

M: “È andata che ci siamo piazzati primi in graduatoria in 4 lotti su 6, con il miglior progetto su buona parte dei lotti. Ma non poteva essere diversamente visto che si trattava dell’azienda meglio strutturata sul territorio regionale in grado di coprire oltre il 37% delle forniture di OLTL ed il 70% del fabbisogno di bombole. Poi però qualcosa è andato storto e francamente ancora aspetto qualcuno che mi spieghi alcune situazioni.

A: “Sente puzza di bruciato?”

M: “No, credo che l’Ente Regione volesse a tutti i costi aggiudicare questa gara, ma essendo rimasti in gara solo 3 soggetti, il numero minimo sufficiente per assegnare tutti i lotti, ha proseguito nonostante le nostre giuste istanze. Insomma, una combinazione di eventi sfavorevoli. Vede, ad un certo punto, un’altra RTI, che comunque si era aggiudicata altri lotti decide di far ricorso su di noi, partendo dal capitolato tecnico, nel quale si specificava che l’ente pubblico avrebbe dovuto svolgere compiti di farmacovigilanza sul territorio, sostenendo che non avendo Puglia Life il titolo Aic non aveva le competenze per svolgere il servizio e quindi ricorreva all’altra partecipante in ATI, questa in possesso dell’autorizzazione all’immissione in commercio. Quindi si configurava un ATI verticale. Ma il concetto del giudice è chiaro, tutte le aziende devono essere in possesso del titolo Aic altrimenti non avrebbero le competenze tecniche per svolgere il servizio. In poche parole, si mette a rischio la salute pubblica. Questo concetto risulta chiaro anche ad InnovaPuglia.
Ora, tralasciando i giudizi sulle sentenze, diciamo che le sentenze si rispettano, punto e basta. Capisci? Noi veniamo esclusi per un requisito non previsto in gara che comunque il giudice ritiene essenziale per svolgere il servizio di ossigenoterapia. Allo stesso tempo, pur consapevoli di questo, Innovapuglia aggiudica quei lotti ad un soggetto che pure non ha il requisito.

A: “Quindi Puglia Life viene esclusa da tutti i lotti perché non ha le competenze tecniche e vengono assegnati due lotti ad un altro soggetto che pure lui non ha le stesse competenze per svolgere quel servizio. INCREDIBILE… SEMBRA PROPRIO UNA STORIA TUTTA ITALIANA. Ed Innovapuglia di questa storia cosa dice?”

M: “Nulla! I nostri legali inviano degli atti di significazione e delle lettere di diffida per illustrare i fatti. E poi sollecitano una risposta, e sollecitano ma nessuna risposta”.

A: “Cioè ad un’azienda pugliese che ha tolto le castagne dal fuoco durante la prima ondata di covid e pure la seconda, un’azienda pugliese con 80 lavoratori pugliesi non si deve nessuna spiegazione?”

M: “No no il messaggio è stato questo: rassegnatevi, la sentenza è verso di voi e smettetela di farci perdere tempo. Cioè, io ai miei figli dovrei insegnare questo? A rassegnarsi e ad abbassare la testa quando vengono violati i tuoi diritti di lavoratore?
No, ai miei figli insegnerò a lottare per una causa giusta!”

A: “A proposito, con l’avvio cosa succederà? Ci sono dei rischi per gli assistiti pugliesi in ossigenoterapia?

M: “Non lo so! Ho fatto delle proposte e chiesto un tavolo di concertazione per gestire il problema in una fase transitoria”.

A: “Il risultato?”

M: “I soliti silenzi”

A: “Ma non ti sembra che il momento sia davvero inopportuno per partire con una gara di un farmaco che manca un po’ dappertutto?”

M: “Qualcuno importante parlava di filosofia, ma il concetto lo possiamo riciclare. ‘La problematizzazione dell’ovvio si chiama burocrazia”.

A: “Beh! Continua a batterti, la causa mi sembra di quelle giuste”.

M: “Credimi, la battaglia è solo al principio”.