Gli operatori del 118 confermano alla centrale operativa di essere bloccati all’ospedale della Murgia, mentre ad Altamura si registra un morto in attesa di un’ambulanza che non arriverà mai. Bruciando le tappe rispetto a quanto abbiamo denunciato in queste settimane, si sta arrivando allo scenario peggiore: si muore in attesa delle ambulanze del 118, bloccate per ore e ore fuori dai pronto soccorso del Barese o a bordo di uno dei mezzi di soccorso.

Non ci sono posti letto, o forse non abbastanza, ma se poi succede ciò che è accaduto oggi, sempre all’ospedale della Murgia, viene da chiedersi quale sia la verità. Una paziente arriva al pronto soccorso. Come un mantra all’equipaggio del 118 viene detto che non ci sono posti, ma il dottor Francesco Papappicco riesce a scattare una foto (che alleghiamo) emblematica. Lo scatto è inquietante.

Sono le 13.46 e nello scatto si vedono due letti vuoi in una stanza dell’area precovid dell’ospedale Perinei. All’esterno la paziente – non è l’unica – è parcheggiata in ambulanza in attesa di essere accettata. Sono le 15.45 quando, dopo 4 ore di attesa, l’equipaggio del 118 sbarella la donna stremata. Papappicco denuncia al telefono la presenza della stanza libera e sanificata alla centrale operativa, spiegando come il personale del pronto soccorso negasse il posto letto. Dopo la sfuriata il letto per la paziente si libera, manco a dirlo, proprio in quella stanza chiusa. Chissà cosa sarebbe successo se, come annunciato, fossero arrivati sul posto i carabinieri per accertare il rifiuto iniziale e la successiva accettazione.

Allo stesso modo la postazione di Santeramo, con il paziente parcheggiato in ambulanza, attende dalle 7 del mattino alle 13 all’esterno del pronto soccorso. Chissà se Antonio Dibello, primario del pronto soccorso del Perinei e contemporaneamente coordinatore del 118 Barese, è a conoscenza del fatto che ci siano posti letto liberi mentre all’esterno i “suoi” uomini e i pazienti raccattati in lungo e in largo restano parcheggiati anche dovendo farsi la pipì addosso.

Neppure in questo periodo le autorità sanitarie e politiche regionali hanno avvertito il sussulto istituzional-dignitario di separare gli incarichi in modo da poter concentrare competenze e sforzi. Del resto, l’ultima volta che abbiamo cercato di chiedere spiegazioni, il dottor Dibello ci ha canzonato dicendo di essere stato lui a portare il covid. Una superficialità disarmante, che ben spiega l’incapacità del sistema di rispondere ai bisogni della gente.

Abbiamo raccontato di come, per esempio, la Psichiatria del Perinei sia diventata reparto covid. Di quanti posti letto dispone? Quanti sono occupati da pazienti positivi? E più in generale ci sono negli ospedali cosiddetti pazienti covid asintomatici che potrebbero invece stare a casa lasciando posto a chi ne ha veramente bisogno? E se la verità fosse che manca il personale per gestire l’emergenza ampiamente annunciata, ma dalle stesse autorità sottovalutata, tanto da aver ridotto al collasso tutto il sistema dell’emergenza-urgenza?

In trincea la situazione è nettamente diversa da quella proclamata, negli ultimi tempi a dire il vero un po’ meno. “La realtà televisiva non è quella che viviamo sul campo – spiega il medico del 118 e sindacalista Francesco Papappicco -. Esorto i signori scienziati in giacca a cravatta, che propagandano alla gente reparti accoglienti ed efficaci politiche nazionali e regionali, ad allestire ospedali da campo, anche con l’ausilio dei militari se necessario. Se non si liberano gli ospedali civili non si riuscirà a curare gli altri pazienti e vi assicuro che le altre patologie, anche mortali, non aspettano. Siamo al collasso, ci si può salvare solo se allestiamo gli ospedali da campo. Diversamente continueremo ad avere morti collaterali per altri tipi di problemi di cui purtroppo la popolazione soffre senza avere risposte. Abbiamo le ambulanze del 118 ferme, ormai facciamo visite a domicilio per capire se i pazienti covid hanno bisogno di essere ospedalizzati; viaggiamo in giro per pronto soccorso in cerca di posti letto promessi e mai entrati in funzione. E vi assicuro che nelle ambulanze non trasportiamo solo vecchietti. Usate caserme, ospedali dismessi, ospedali da campo non perdete altro tempo. Va assunto il personale perché avere posti letto e pochi medici e infermieri non serve a nulla. Noi del 118 stiamo abdicando alla nostra mission, non possiamo rimanere bloccati negli ospedali per ore e ore. Se ci siamo ridotti a questo vuol dire che non c’è la volontà politica di risolvere la questione”.