Nei giorni scorsi è stata pubblicata la graduatoria degli aventi diritto al contributo comunale per le attività culturali del 2018. La questione, di cui ci siamo già occupati in maniera superficiale, sta diventando spinosa. Secondo alcune indiscrezioni su cui stiamo lavorando,  in quella graduatoria ci sarebbero diverse realtà “abusive”, sprovviste di una propria produzione, compagnie senza agibilità, associazioni macchiate da altre vistose anomalie.

Eppure, il Comune, ente che dovrebbe controllare, concederebbe i finanziamenti senza andare troppo per il sottile. Quei 418mila euro destinati a destra e a manca sono una manna dal cielo in questo periodo. Ne vivo del nostro lavoro di indagine giornalistica, ci scrive un attore barese, si definisce schifato dal sistema.

Abbiamo deciso di pubblicare la sua lettera, seppure senza nomi (comunque riportati), perché scriveremo tutto nel nostro pezzo conclusivo, quello in cui chiederemo all’assessore alle Culture, Silvio Maselli, al sindaco Antonio Decaro e al direttore del settore di competenza, se conoscono il risultato della nostra inchiesta o se avranno voglia di rispondere ad alcune domande legittime.

Già l’anno scorso gli scontenti si erano detti pronti a fare “casino”, poi rientrato per la promessa di migliorare l’erogazione dei fondi fatta dall’Amministrazione comunale. A quanto pare non sembra essere cambiato nulla.

LA LETTERA DELL’ATTORE BARESE SCHIFATO ALLA GUARDIA DI FINANZA

Sono un attore barese e faccio teatro da oltre 40 anni. Faccio spettacoli presso il mio teatro e mi sento di informarvi di quanto accade, ogni anno, presso l’assessorato alle Culture del Comune di Bari. Dal sito del Comune di Bari, leggo l’elenco dei beneficiari al contributo della cultura e spettacolo, per le attività svolte nell’anno 2018. 

È da alcuni anni che io non faccio domanda e non partecipo al bando che prevede la concessione dei contributi per le attività culturali, perché il tutto è basato sulla falsità e il favoritismo riservato agli amici. Il bando prevede la domanda per la richiesta del contributo. Puntualmente vengono accettati i soliti amici del direttore e principalmente dell’assessore. Ai beneficiari viene assegnato un punteggio, inserendo gli amici tra i primi e quindi con un punteggio più alto per riscuotere più soldi. Gli amici favoriti sono notoriamente quelli che non fanno spettacolo con proprie produzioni.

Uno di questi XXX fa spettacolo sotto la produzione di terzi, venendo retribuito da questi. A questo punto mi chiedo: Quale documentazione di spesa presenterà per la rendicontazione? Cos’ha speso? Spese per buste paga, spese per Siae, spese di teatro. E per fare spettacolo ha chiesto regolare agibilità all’Ufficio per le Attività Economiche del Comune di Bari? È evidente che saranno solo carte false, che verranno accettate perché amici degli amici e/o di un politico regionale.

Il vomito mi viene quando apprendo che è stata inserita fra i beneficiari la compagnia XXX, sconosciuta ai baresi perché a Bari non ha effettuato spettacoli. Il titolare si vanta di essere amico di un politico barese e avere un ottimo legame con l’assessore alle Culture. Si vanta, poi, di poter favorire ed interessarsi presso gli stessi. La compagnia non esegue attività culturale a favore dei cittadini. Per la rendicontazione che presenterà, utilizza carte false con borderò Siae, indicando l’esecuzione di spettacoli presso teatri (all’insaputa dei titolari degli stessi) o addirittura presso i suoi uffici. I laboratori teatrali che segue, vengono fatti solo a pagamento da parte del partecipante e non prevede alcuna spesa, ma solo utile. E si chiede il contributo.

Si potrebbe fare un elenco lunghissimo dei beneficiari che non hanno le attività per le quali si chiederanno le documentazioni per poter liquidare. Le richieste per agibilità presso ufficio attività economiche ci sono? Se mancano devono essere immediatamente eliminate dal contributo. Direttore, assessore, impiegati, questo lo verificate? Forse un controllo della Finanza, che ci legge in copia, sarebbe opportuno.

Il Comune dovrebbe eliminare questo contributo e destinarlo ad attività più serie. Alcuni cittadini vivono nella miseria, hanno figli con malattie serie, ma non hanno i soldi per curarli. Io non chiedo il contributo perché la mia è un’attività teatrale che prevede spese e incassi per coprirle. Gli incassi mi coprono il fitto, la luce, il personale e tutto quanto necessario perché possa tirare avanti. Se la mia attività, paragonabile a un’attività commerciale, si trovasse in passivo, la chiudo, come chiudono i negozi. Non è concepibile presentare domanda al Comune per avere soldi della perdita contabile (falsa!).

Restiamo come ovvio a disposizione di chiunque si senta tirato in ballo per la pubblicazione di precisazioni e chiarimenti documentati.