“Non ci sono motivi di incompatibilità”. Giovanni Calderaro, il neo coordinatore del comprensorio Bari Sud Est dell’Arif, risponde così tramite i suoi legali al presunto conflitto d’interesse sollevato dalla nostra inchiesta. Il neo responsabile, nominato dal direttore generale, Domenico Ragno, ha infatti la residenza nella masseria intestata ad alcuni familiari che attinge acqua al pozzo 21 che fa riferimento a quel comprensorio.

Calderaro, inoltre, chiarisce di non aver ricevuto alcuna posizione organizzativa, e quindi aumenti salariali, poiché con il livello C5 può svolgere le mansioni assegnategli. Pubblichiamo di seguito la versione dei fatti del legale di Calderaro.

“La masseria ricadente nel territorio di Conversano oggetto della notizia di stampa è di proprietà degli eredi D’erchia e per la quota di 1/7 è intestata alla moglie del sig. Calderaro. Inoltre la annessa azienda agricola con allevamento di bestiame è condotta dal cognato del Calderaro, sig. Sebastiano D’erchia ( affine di secondo grado e non parente di secondo grado) coltivatore diretto con regolare contratto d’affitto dei terreni ed intestatario del registro di stalla”.

“La masseria utilizza prevalentemente la propria acqua avendo ben quattro cisterne di accumulo di acqua piovana ed in casi di emergenza usufruisce per il solo abbeveraggio degli animali della fornitura dell’ acqua ARIF proveniente dal pozzo n.21 di Conversano. Ovviamente il sig. D’erchia sottoscrive un regolare contratto di fornitura secondo le tariffe imposte dalla legge regionale e paga regolarmente le relative bollette come tutti gli altri utenti. Tutto ciò premesso ritengo che non vi siano motivi di incompatibità, né irregolarità alcuna che possa addebitarsi al Calderaro. Siamo anche disponibili a mostrare tutta la documentazione”.