Le voci sono diventate macigni e hanno presto travolto Donato Pascazio, ex dipendente Bosch, ora componente della segreteria provinciale Fim Cisl. Al telefono senza fili si parla di un parente di Pascazio andato via da Bosch dopo aver intascato il cospicuo bonus previsto per gli esodi volontari, finito poi a stretto giro e grazie all’intervento del sindacalista nell’isola più felice della Magneti Marelli.

Non solo. Un’altra parente di Pascazio, invece, avrebbe trovato collocamento in Getrag. “L’operaio assunto dalla Magneti marelli è un parente indiretto – spiega il segretario generale Fim Cisl Bari, Gianfranco Michetti -. Parliamo di un ottimo manutentore da 11 anni alle dipendenze dell’azienda tedesca. Come altri ha usufruito della buona uscita. Senza nessuna forzatura è riuscito a trovare una nuova collocazione, calcolando che in Magneti Marelli cercano anche altri manutentori”. La differenza, a quanto pare, starebbe nella diversità del contratto ottenuto, a tempo indeterminato nel caso del parente indiretto. Questa cosa, però, non essendo riusciti a sentire direttamente il sindacalista, non trova conferme. Così come non è certo che la neo assunta in Getrag, invece, sia una parente diretta di Pascazio.

È chiaro che dopo le polemiche relative alla opinabile gestione della cassa integrazione, la notizia ha fatto il giro della zona industriale. Niente di illegale – sia chiaro – ma soprattutto gli operai Bosch non l’hanno presa bene, essendo quelli ai quali in questo momento sono chiesti i sacrifici maggiori per tentare di salvare capre e cavoli.

“Si tratta di un becero attacco ai danni della Fim Cisl – tuona il segretario generale di Bari, Michetti – che respingiamo con il nostro lavoro a sostegno dei lavoratori. Capisco il contesto, la crisi, capisco tutto, ma non posso tollerare la tesi secondo cui i parenti dei sindacalisti non possano fare gli operai. I miei figli sono piccoli, altrimenti anche io mi sarei ritrovato in questo calderone”.