“Facendo riferimento alla disposizione della direzione generale della Asl Ba, protocollo n. 168129/1 del 12 giugno 2018 – scrive in una nota il ‘direttore’ del Coordinamento del 118 –  si comunica che a far data dal 15 giugno 2018 cesseranno l’attività assistenziale i Punti di Primo Intervento di Gioia, Santeramo, Casamassima, Noci, Locorotondo, Ruvo, Grumo, Conversano, Castellana. Si precisa che la postazione India verrà riconvertita in postazione Mike h24”.

Il tira e molla è finito. Con appena due giorni di preavviso chiudono nove PPIT.  A spiegare perché si tratta di una scelta pericolosa è Francesco Papappicco, medico del 118 e sindacalista FSI-USAE.

“Ad oggi il PPI di Santeramo, tanto per fare una stima in rapporto al bacino d’utenza – scrive Papappicco – conta già 800 prestazioni (medicazioni quotidiane a parte), al netto delle sole ore diurne H12 (8-20). Giungono pazienti con situazioni cliniche disparate di interesse medico e chirurgico (dalle coliche renali alle affezioni cardiovascolari acute; sindromi gastroenterologiche, urologiche, vertiginose, shock allergici o ipotensivi, sindromi iatrogene, orl, respiratorie di ogni tipo, febbrili, algiche, neurologiche, diabetiche e metaboliche, pediatriche e geriatriche, psichiatriche, ortopediche, ustioni, ferite da suturare, epistassi e diatesi emorragiche). Solo i casi più urgenti, dopo esser stati inquadrati e stabilizzati, vengono in seconda battuta trasportati per competenza, a mezzo 118, al Miulli per ulteriori accertamenti e cure”. 

“La maggior parte dei pazienti – aggiunge – vengono curati nel PPI e dimessi a casa, evitando così inutili attese e sovraccarichi ai pronto soccorsi di riferimento e sprechi erariali. Il tutto a ‘isorisorse’ come i burocrati amano definire tali capitoli di spesa. Molti pazienti non sono automuniti e ricevono prestazioni soddisfacenti e risolutive sul posto”.

Per la chiusura, come si evince dalla tabella, è stato preso a riferimento il Punto di Primo Intervento di Bitonto. E proprio il termine di paragone con la struttura al contrario di Santeramo aperta h24, in una città molto più grande di Santeramo, è chiamato in causa da Papappicco, che prosegue nella sua dura riflessione.

“Il paragone demolisce letteralmente le apodittiche affermazioni di Emiliano – continua il medico dell’emergenza -. Inviterei il presidente, con i suoi mentori, a venire a constatare di persona. La demagogia poi consiste nel raccontare agli utenti-contribuenti la favoletta del potenziamento del territorio (una volta chiusi i PPIT) da parte dell’unica ambulanza medicalizzata di rianimazione del 118 che in verità già esiste da sempre a Santeramo, Gioia, Grumo e negli altri paesi chiamati in causa nel provvedimento. Emiliano spieghi ai pazienti-contribuenti-elettori salassati dal fisco e dai soprusi di Stato a chi dovrebbero rivolgersi quando quell’ambulanza è fuori su intervento e rientra dopo qualche ora. Spieghi a chi la Guardia Medica dovrebbe rivolgersi per un supporto avanzato se il 118 non fosse in sede e il PPIT risultasse chiuso per decisione monocratica di Palazzo. Medici e infermieri danno dignità al lavoro che svolgono e ai compiti professionali cui attendono con passione e dedizione. Chi ha il potere decisionale rifletta seriamente su questo piuttosto che tagliare sull’emergenza sanitaria e sprecare altrove. Che tale decisione non sia frutto di convenienze elettorali”.