Tensione alle stelle in viale Corigliano, nella sede barese dell’Agenzia regionale per le attività irrigue e forestali. Aspettando risposte sulla nomina dei due funzionari responsabili dei distretti Bari Sud-Est e Taranto, scoppia un altro caso, sicuramente più eclatante qualora si verificasse fosse qualcosa in più di alcune voci.

Da circa otto mesi l’Arif non assegna più appalti per somma urgenza. La cosa non può che far piacere non fosse per il retroscena di cui il direttore generale Domenico Ragno e l’ex responsabile dell’Ufficio Tecnico, ora in pensione, dovrebbero fornire spiegazioni. Fino a quel momento infatti, pare che l’Arif avesse somma urgenza di affidare direttamente ogni servizio. Si scopre, invece, che un ex dipendente avrebbe più volte segnalato attraverso comunicazioni ufficiali la presunta irregolarità di alcuni di questi affidamenti, anche quelli per cui ci sarebbe stato tutto il tempo per bandire gare d’appalto.

Nell’occhio del ciclone ci sono principalmente le attività di manutenzione straordinaria dei circa 230 pozzi artesiani pugliesi gestiti dall’Arif. Secondo quanto si narra nei corridoi dell’Agenzia regionale, pare che tra l’ex responsabile del settore tecnico e il dipendente pignolo ci sia persino stato un acceso diverbio davanti ad alcuni testimoni e sarebbero state alzate le mani.

Tensione all’epoca palpabile anche tra lo stesso dipendente e un fornitore. In un caso, avvenuto a Conversano, pare che il pignolo sia stato costretto a chiudersi in auto e scappare in seguito ad alcune minacce. Alla scena avrebbe addirittura assistito un funzionario della struttura pubblica, senza che la faccenda sia mai stata resa nota finora. Tra le notizie apprese, ci sono due elementi particolarmente curiosi. Il primo è l’incarico di consulenza con il solo rimborso spese conferito al già direttore tecnico pensionato. L’altra, invece, riguarda il computer in uso allo zelante dipendente, “sparito” dopo aver lasciato l’incarico per raggiunti limiti d’età.

Le voci si rincorrono, ma crediamo anche alla luce di ciò che sta emergendo dall’approfondimento sulla gestione dell’Arif che le autorità competenti accertino quanto di vero è contenuto nelle comunicazioni inviate a Ragno dal dipendente prima di andare in pensione.