A leggere alcune determine e atti pubblici del Comune di Bari emergerebbe una verità sconcertante sul blocco del cantiere per la realizzazione del centro sociale, a San Girolamo. I lavori sarebbero stati fermati non solo per la perdita del finanziamento europeo, ma soprattutto perché nel sedime del cantiere sarebbe stato tombato altro amianto rispetto a quello bonificato al costo di 315mila euro, con grande soddisfazione e promesse da parte dell’amministrazione comunale.

Quella bonifica in realtà sarebbe dovuta già essere effettuata dall’azienda che demolì il vecchio prefabbricato della scuola Duse. La domanda nasce scontata: se il Comune aveva già liquidato lo smaltimento dell’amianto, perché il ritrovamento del materiale durante i lavori si scavo per le fondamenta del centro sociale?

Da quei documenti sembrerebbe che l’amianto sia stato in realtà tombato insieme ad altro materiale di risulta invece di essere smaltito come previsto dalla ferrea legge in materia. Così fosse come ha fatto il direttore dei lavori a liquidare il pagamento? Stiamo ordinando tutti gli atti in nostro possesso per raccontarvi tutta la verità su quanto successo, ma pare proprio che la bonifica dell’amianto – in realtà sulla carta bonificato – sia costata molto più dei 315mila euro annunciati alla stampa.

In ballo ci sarebbero almeno altri 150mila euro, presi dal fondo di riserva del bilancio comunale barese e rosicchiando altre risorse dal capitolato del bando per il centro sociale. Speriamo di essere smentiti al più presto – non a parole ma con altrettanti documenti -, così come non possiamo pensare che ci siano amministratori a conoscenza di questa ipotesi. Perché se qualcuno sa non ha sentito il dovere di intervenire. Si vuole coprire l’operato di qualcuno?

Adiacente al cantiere c’è la scuola Costa e numerosi condomini. Proprio l’amministratore di uno di quei palazzoni denunciò tutto alla Procura e ai Carabinieri del Noe. Eravamo a giugno del 2014, periodo di transizione alla guida della città tra il vecchio sindaco Emiliano e il subentrante Decaro.

Nel caso non arrivino smentite speriamo venga dato l’ordine di scavare dove sorgeva la scuola, che era composta da due corpi di fabbrica a forma di elle, per capire se sotto i prefabbricati sia stato davvero polverizzato e sepolto un cospicuo quantitativo di amianto. Non vogliamo procurare allarmi, ma chiediamo fermamente di scongiurare l’inquietante ipotesi. Chi ci conosce sa che non ci limiteremo a questo invito. Chiederemo conto alle persone coinvolte nella faccenda dopo avervi fatto leggere le parti salienti dei documenti pubblici di cui siamo entrati in possesso.