L’ex direttore della Barimultiservizi, Oronzo Cascione, avrebbe denunciato alla Procura l’attuale presidente dell’ente pubblico, l’avvocato Francesco Biga. Cascione, lo ricordiamo, era stato licenziato lo scorso 14 novembre. Licenziamento contro cui ha presentato ricorso.

La vicenda giudiziaria si sarebbe arricchita di un nuovo particolare. Nonostante un fitto scambio di mail, la Barimultiservizi avrebbe negato in più occasioni all’ex dirigente di presentarsi in azienda per ritirare i suoi effetti personali. Per questa ragione, dunque sarebbe stata sporta denuncia-querela nei confronti di Biga, presidente tutt’altro che presente nell’ente pubblico a fronte del lauto compenso mensile di circa 5mila euro. Ragione della nostra ormai celeberrima rubrica: Dov’è Biga?

Cascione, che non ha voluto confermare la notizia, starebbe aspettando la consegna di pendrive, quadri, piante, libri, ma soprattutto un computer portatile e alcuni attestati di partecipazione a corsi di formazione. Le chiavi di quello che un tempo fu l’ufficio di Cascione, poi, sarebbero a disposizione di altri dipendenti, che potrebbero per questo rovistare anche fra documenti personali o addirittura nella casella di posta elettronica.

Non solo. Sempre secondo quando riporterebbe la querela, all’azienda viene imputato un danno economico in conseguenza dell’impossibilità di certificare gli attestati e quindi le competenze. In questo modo, per esempio, Cascione non potrebbe accettare docenze da parte di enti di formazione. Il rapporto di lavoro dopo quasi 20 anni è chiuso, il Tribunale prenderà la sua decisione, ma perché impedire all’ex dirigente di entrare in possesso dei suoi effetti personali, magari accompagnato dal suo legale?

Tra l’altro, come riportato in alcune sentenze di Cassazione, le informazioni ricavate per esempio in un pc, senza che il proprietario sia stato informato del tentativo di reperimento, non potrebbero essere usate in un eventuale processo.