La caccia alla talpa, o meglio alle talpe di Antonio Loconte è finita. La Asl di Bari ed il suo direttore generale, Vito Montanaro, hanno individuato due persone. Nei loro confronti stanno per essere combinati procedimenti esemplari. L’unico problema – non è da poco e per questo ce ne duole – sta nel fatto che i nostri informatori non solo quei due “poveretti”, quelli che stanno per essere crocifissi in modo da educare i colleghi.

Lo avevamo scritto qualche settimana fa. Si sta procedendo con tutte le forze nel tentativo di arginare la fuga di notizie, meritevole dell’attenzione di autorità più competenti di un quotidiano online, ma non si prendono ancora provvedimenti nei confronti di chi avrebbe procurato danni alla società. Perché? Può darsi che sia stata aperta un’inchiesta interna riservata. Può darsi, ma può darsi anche che sbagliamo. Fosse così, non si riuscirebbe davvero a comprendere come possa essere possibile conservare nel ruolo strategico della Sanitaservice Asl Bari – udite udite a 8mila euro al mese – il sindaco unico Maddalena Pisani.

Non ci sono troppe alternative: stiamo raccontando il falso – ma nessuno finora ci ha smentito -, oppure ciò che le nostre vere talpe riferiscono dalle stanze dei bottoni, risulta rigorosamente certificato. Come sempre restiamo a disposizione di chiunque si senta tirato in ballo nella nostra inchiesta giornalistica, in modo da poterla arricchire di precisazioni, chiarimenti e smentite di ogni tipo. Non dovessero arrivare, però, il presidente della Regione e assessore alla Sanità, Michele Emiliano; il direttore del competente Dipartimento, Giancarlo Ruscitti, oltre che il commissario dell’Ares, Giovanni Gorgoni, dovrebbero chiedere spiegazioni e intervenire, calcolato anche l’enorme e certificato spreco di denaro pubblico degli ultimi anni nella sanità pugliese.