La blanda replica del direttore generale dell’Agenzia regionale per le attività irrigue e forestali della Puglia (Arif), Domenico Ragno, non è passata inosservata, così come non è sfuggita la mancanza di una vera e propria smentita a quanto da noi detto nell’articolo che ha smascherato la parentopoli del cosiddetto “Progetto Maggiore”.

In quel comunicato Ragno scrive che: “Essi (i 12 parenti e amici ndr.) sono presenti tra i 30 dell’elenco riprodotto in articolo, tutti assunti dal mio predecessore circa 2 anni or sono con diverse scadenze contrattuali”. I conti, però, non tornerebbero. Ci risulta che Vito Lischio, figlio di Ottavio (posizione organizzativa forestale Bari); Davide Giannini, figlio di Antonio (coordinatore del Progetto Maggiore) e Lorenzo Pavese, genero di Lucia Blasi (ex segretaria direttore generale Arif), abbiano avuto il rinnovo del contratto a marzo del 2017, ovvero quando Ragno era già direttore generale del carrozzone regionale. Non avrà materialmente assunto i 12, ma ad alcuni ha rinnovato la collaborazione.

A questo punto sorgono spontanee un altro paio di domande: quando scade il contratto rinnovato da Ragno a marzo dell’anno scorso? Terminato il rinnovo Ragno darà il ben servito a tutti e 12 i “figli di…”? Sempre secondo quanto ci risulta, ma passiamo sbagliare e per questo chiediamo una risposta ufficiale, le 12 assunzioni incriminate sarebbero state effettuate dall’agenzia interinale non per il Progetto Maggiore, ma per altre attività dell’Arif. Solo in un secondo momento, poi, Antonio Giannini, responsabile unico del procedimento all’interno dello stesso Progetto Maggiore, avrebbe dirottato gli assunti sulla specifica attività.

Fosse così si tratterebbe di una faccenda particolarmente grave, in cui si potrebbero ipotizzare interessi privati in atti pubblici. Per in giornalista domandare è lecito. Rispondere con i dati alla mano in questo caso è doveroso, non una cortesia.