Da alcune settimane tiene banco il caso dei turni nelle postazioni del 118 barese. La Asl, su pressione dei sindacati, ha imposto alle associazioni convenzionate di allineare gli orari dei propri dipendenti a quelli del personale medico e infermieristico alle dirette dipendenze dell’Azienda Sanitaria, con il quale compongono gli equipaggi del 118. In sostanza, si tratta di assicurare turni da 12 ore.

Una delle associazioni direttamente citate dalla Fials in una lettera scritta per sollecitare l’intervento del direttore generale, Vito Montanaro e del direttore del servizio di emergenza-urgenza, Antonio Dibello, è il Sermolfetta. Siamo stati dal presidente dell’associazione, Salvatore Del Vecchio, per capire il motivo di tanta resistenza. A leggere il perentorio invito della Asl, la diversità dei turni tra il personale dell’associazione e quello della Asl comporterebbe problemi di gestione delle postazioni, soprattutto in merito alle check list necessarie ad ogni cambio turno per assicurare che l’ambulanza e le sue dotazioni siano in grado di fronteggiare qualsiasi intervento.

Del Vecchio esclude categoricamente la possibilità di imporre ai suoi dipendenti, che lavorano nelle postazioni 118 di Molfetta e Giovinazzo, un turno di 12 ore. Intanto perché non previsto del contratto, poi perché ci sono alcuni autisti che hanno dichiarato espressamente di non avere intenzione di lavorare mezza giornata di seguito, ma anche per una circostanza frequente. Arriva una chiamata poco prima della fine del turno e in emergenza ogni secondo è fondamentale. Tra l’attivazione, l’intervento, la corsa in ospedale e lo sbarellamento del paziente, non sempre celere, va a finire che il turno di lavoro possa andare ben oltre le 14, 15 ore. Del Vecchio, poi, chiarisce la gestione dei momenti del cambio di consegne, escludendo qualsiasi disagio al corretto espletamento del servizio.

Un capitolo a parte è quello dei volontari, una quarantina in tutto quelli che ruotano sulle due postazioni. In alcuni casi i loro “turni di lavoro” possono essere di sole 4 ore. In fondo si tratta di volontari, non di dipendenti, in altre associazioni già particolarmente abusati. A questo punto un’intesa non sembra possibile, anche perché si tratterebbe di revisionare l’intero sistema. Una “rivoluzione” annunciata troppe volte per essere credibile. Su una cosa Del Vecchio non ammette repliche: “I dipendenti non vengono impiegati per scopi diversi da quelli esclusivi del turno sulle ambulanze del 118”.