Più di una cinquantina di firme raccolte per dare mandato all’avvocato Bepi Maralfa di integrare quanto già denunciato alla Procura di Bari da Saverio Andreula, presidente del Collegio Ipasvi di Bari. Nel caso fossero individuati gli estremi di una diffamazione, poi, i firmatari del documento chiedono di quantificare un idoneo risarcimento.

Secondo alcune indiscrezioni, decine di infermieri baresi e della Bat non hanno per niente digerito i contenuti della lettera a firma del direttore della Centrale operativa del 118, ma soprattutto la libera interpretazione successiva data a quella missiva dal coordinatore del servizio di emergenza e urgenza.

Troppo pesanti e generalizzate le offese all’intera categoria per riuscire a metterci una pietra sopra. Nei prossimi giorni, stando a quello che è trapelato, l’integrazione della denuncia sarà formalizzata con l’ulteriore richiesta di intervento da parte della Procura. Gli infermieri, attraverso il loro legale, vogliono andare fino in fondo, facendo in modo che un giudice stabilisca se e quanto sia stata oltraggiata la propria immagine, senza specificare a chi fossero realmente rivolte le accuse lanciate a medici, infermieri e soccorritori in genere,

Per chi non lo ricordasse, in quella lettera venivano segnalati equipaggi fermi presso ristoranti e bracerie, medici che rifiutano interventi in emergenza, infermieri che chiedono quattrini ai pazienti, ambulanze bloccate nel Pronto Soccorso, sim dei localizzatori manomesse vistosamente, telefonate di svariati minuti solo per accettare l’assegnazione di un intervento, irruzione nella Centrale Operativa e aggressione fisica al personale di turno, interventi a domicilio protratti per 5 e più ore, interferenza nell’attività di coordinamento.

Ad ingenerare le ire degli infermieri potrebbe essere stata soprattutto la successiva interpretazione e divulgazione della lettera inviata dal direttore della Centrale operativa al direttore generale della Asl, Vito Montanaro, più che la stessa lettera. Nella comunicazione piccata inviata al numero uno della Asl barese, infatti, veniva chiesto di prendere provvedimenti nei confronti del personale individuato in atteggiamenti deplorevoli, con tanto di registrazione audio e non all’indirizzo di chiunque come appare nella comunicazione a cui il coordinatore del 118 dice di dare massima divulgazione. Insomma, la questione che in tanti hanno sperato potesse andare nel dimenticatoio, finirà invece sulla scrivania di un giudice.