Il casus belli SET 118 continua a tenere banco, per ora più o meno “solo” tra gli addetti ai lavori, ma il polverone sollevato dalla lettera che il coordinatore del 118, Antonio Dibello, ha scritto ai referenti di area del servizio di emergenza urgenza dopo la denuncia del direttore della Centrale Operativa Gaetano Di Pietro di presunti comportamenti poco professionali da parte di alcuni operatori, non accenna minimamente a posarsi, anzi.

Dopo le parole della Fimmg, dopo quelle della FSI-Usae, dopo la richiesta di revoca della Fials di ritirare la nota incriminata, dopo l’Ipasvi, interviene anche l’Usppi. In un fax urgentissimo inviato alla direzione generale della Asl e al direttore Dipartimento Salute Regione Puglia il sindacato chiede una convocazione in tempi stretti “per discutere gravissime inefficienze e criticità persistenti da tempo del servizio 118”.

Questo, si legge, “al fine di una serena ripresa lavorativa, da parte dei restanti dipendenti del servizio su menzionato, colpiti ingiustamente”. In caso contrario, il segretario regionale Gianfranco Virgilio e quello provinciale Nicola Brescia preannunciano “una manifestazione di protesta davanti alla direzione generale” della Asl.

Dunque, anche l’unione Sindacato Professionisti Pubblico Privato Impiego alza la voce in quella che ormai sembra diventata la guerra del 118, una guerra in un certo senso prevedibile vista l’organizzazione a due teste, Centrale Operativa e Coordinamento, implementata in Puglia, con scambi di accuse da una parte e dall’altra, e il personale in servizio che “prende sberle” non più esclusivamente fisiche dagli utenti, sbigottiti per quanto sta succedendo.