Com’era prevedibile visto il crescendo di polemiche, il direttore della Centrale Operativa 118 Gaetano Dipietro ha preso carta e penna e messo nero su bianco la sua versione dei fatti. Dopo la nota inviata ai capi area dal coordinatore 118 Antonio Dibello circa i presunti comportamenti poco professionali da parte di alcuni operatori, infatti, Dipietro si è ritrovato sommerso di critiche e accuse più o meno velate da parte di tutte o quasi le organizzazioni di categoria, senza contare il fatto che gli operatori stessi, sul campo, sono diventati oggetto delle invettive di molti cittadini.

A tutto questo, il direttore della Centrale Operativa ha evidentemente deciso di porre un freno, per dei fatti che evidentemente sono andati in maniera diversa da come sono stati riferiti. Qui di seguito il testo scritto dal dottor Dipietro.

I due presidenti IPASVI di Bari e BAT, al momento sono i primi a chiedere formalmente che si faccia chiarezza, in tempi utili sulla vicenda che mi vede coinvolto, senza che nessuno si sia peritato di chiedere notizie dirette ma che tanti hanno commentato, giudicato, condannato, sulla scorta di un qualcosa scritto dal dott. Dibello.

Pertanto questa richiesta di chiarimenti mi giunge gradita per riportare l’evento nella sua reale configurazione. Avrei fatto la stessa precisazione, anche senza la loro richiesta, per il rispetto dovuto e che porto, alla stragrande maggioranza del personale del sistema di emergenza 118. La risposta dovrà per forza essere articolata pertanto chiedo scusa se sarà anche lunga.

Antefatto: con una nota protocollata e inviata per PEC indirizzata al Direttore Generale della ASL BARI e al Commissario Straordinario della A.O.U Policlinico ho sottoposto alla loro attenzione 2 eventi occorsi il giorno precedente, secondo me meritevoli di valutazione e quantomeno di sanzioni disciplinari. Da notare anche l’ Oggetto: Medici 118_segnalazione comportamenti suscettibili di valutazione ai fini disciplinari e non solo. Ho fatto precedere nella stessa pagina un elenco di “ho segnalato” che però non ha ricevuto mai risposta alcuna.

Chiedevo che questi due eventi non subissero la stessa ingloriosa fine. Lettere al vento che perpetuano impunità acclarata e consolidata. La nota ripeto era indirizzata ai legittimi datori di lavoro sia della ASL BARI sia dell’A.O.U.Policlinico. La nota si concludeva con l’invito a valutare e a prendere, sui due casi segnalati, ovviamente se ritenuti necessari, provvedimenti disciplinari e, se ritenuto giusto, la denuncia all’autorità giudiziaria.

Alla nota sono stati allegate 5 registrazioni telefoniche, chiaramente esplicative e necessarie per la valutazione. (i riferimenti sono stati parzialmente mascherati con delle xxx ma nel documento originale sono in chiaro sia la Postazione che il cognome del medico).

Fatto: consentitemi di fare una illazione. Presumo, conoscendo la correttezza e la dirittura morale del Direttore Generale Montanaro, che egli abbia girato quella mia nota alla sua persona di riferimento, il dott. Dibello, e da qui in poi sapete tutto o quasi.

Con una manipolazione copia e incolla o meglio cancella, le segnalazioni pregresse, quelle elencate e caratterizzate in originale come “ho segnalato”, sono state trasformate in mie accuse attuali, e ad esse riferite i termini di arroganza, maleducazione, mancanza di deontologia, spregio alla salute del cittadino e non so quante altre caratteristiche tutte negative, che caratterizzano a mio giudizio i due episodi attuali.

Mi ripeto: I punti segnalati, nel tempo e per tempo, sono stati tutti presentati al legittimo datore di lavoro o al responsabile, corredati da materiale cartaceo e/o registrazioni telefoniche con individuazione precisa del singolo operatore e non come si è fatto comprendere sparando sul mucchio. Non è nel mio stile, nella mia cultura, nelle mie abitudini. So bene cosa vuole dire vedere infamare intere categorie di lavoratori.

Perché? Perché, mistificando, si è voluto far risultare un atteggiamento accusatorio verso tutti e non la realtà del fatto e cioè la segnalazione immediata, riservata, precisa, puntuale e per via gerarchica nel rispetto del contratto di lavoro, di due eventi o comportamenti da stigmatizzare ed anche sanzionare qualora, come da me richiesto, si fossero evidenziati elementi degni di sanzione o denuncia.

“Da varie segnalazioni ricevute nel tempo……” così scrive Dibello nell’incipit della sua lettera. Quali sono queste segnalazioni avute nel tempo? Saranno quelle elencate sotto la dizione “ho segnalato”? Si sono proprio quelle, e non solo e tutte regolarmente protocollate e a disposizione di quanti aventi diritto e quasi tutti voi in indirizzo lo siete. E che senso ha una lettera erga omnes a fronte di una comunicazione destinata eventualmente ad avviare una verifica su comportamenti eufemisticamente definibili come non lineari? Avvisare tutti che qualcuno ha fatto delle segnalazioni?

E come viene fatto questo avviso? In spregio di ogni norma contrattuale e peggio ancora favorendo, conoscendo la sensibilità delle persone nei riguardi di quello che ruota attorno alla salute, l’avvio, con meccanismo perverso e prevedibile, della macchina del fango. Ma lascio spazio alla lettura della nota allegata con accorato invito a confrontarla con quella girata ai medici referenti di area, specialmente per tutte le parti che sono state omesse, che ne costituiscono la chiave di lettura, neanche tanto recondita a chi è avvezzo a leggere e parlare in italiano.

In chiusura un pensiero maligno che ogni tanto mi sfiora e che anche in questa occasione è stato rievocato da un sindacato (CISL) e che può giustificare la richiesta spasmodica del passaggio della Centrale Operativa all’interno dell’ASL. Quasi un messaggio sub liminale: Se così fosse stato non ci sarebbero state le segnalazioni !!?? Ma è una malignità che caccio subito dalla mia mente.

A vostra disposizione per ogni necessario ulteriore chiarimento, consentitemi di scusarmi con la Direzione Generale Strategica dell’ASL BAT e con il dott. Narracci in primis, coinvolto senza alcuna volontà da parte mia, in una querelle che non tocca nemmeno lontanamente il personale del servizio di emergenza tutto della sua Azienda. Per quanto riguarda le accuse e le offese che da altri mi sono state e mi verranno mosse, non è questo il luogo in cui discuterne. Non esiterò a difendere la mia onorabilità di uomo, la mia professionalità di medico ed il prestigio e l’autorevolezza di cui ho sempre goduto nella mia vita lavorativa.
Ovviamente resto a disposizione