Il Gruppo Norba perde 3,5 milioni di euro, la sola Telenorba 2,5 milioni nonostante siano state vendute frequenze per un ammontare di circa 3 milioni e nel pozzo senza fondo di Conversano siano stati buttati in un solo anno 6 milioni di euro di contributi pubblici. Il piano industriale 2016-2019 non poteva iniziare peggio.

I numeri sono contenuti nel bilancio presentato a fine giugno dai Montrone ai sempre meno contenti e considerati azionisti dell’impero di famiglia. Gente ormai rassegnata ai mancati diidenti. E siccome 6 milioni di euro di soldi pubblici non sono sufficienti a tenere a galla la barca, che ormai prensenta un numero crescente di falle, i vertici dell’azienda annunciano persino maggiori entrate pubbliche nel 2017.

Una situazione paradossale, se si considera che nonostante le decine di licenziamenti, il costo del personale è cresciuto di circa 200mila euro. Tutto merito dell’aumento dei dirigenti, passati da 3 a 5, compresi i guru trombati dai media nazionali. Gli affari vanno male, ma non per tutti. Sì, perché la famiglia Montrone: papà Luca, la figlia Simonetta, il figlio Marco con la moglie Rosanna, il cognato dirigente Peppino e i parenti tutti, continuano a costare una cifra vicina al milione e mezzo di euro l’anno.

Un pugno nello stomaco a leggere i dati impietosi contenuti nel bilancio, che certifica il settimo anno di perdite, per complessivi 18,399 milioni di euro. Un crollo continuo, nonostante le decine e decine di milioni di euro pubblici che il Gruppo Norba ha saputo rastrellare dalla sua nascita ad oggi.