Il grave incidente sul lavoro avvenuto a Gravina, dove due operai sono precipitati da un palazzo in ristrutturazione, riporta prepotentemente d’attualità il tema della medicalizzazione delle ambulanze del 118 nel territorio murgiano. Se l’operaio nelle condizioni peggiori non fosse stato subito soccorso dal medico del 118, che lo ha stabilizzato e trasportato al pronto soccorso dell’ospedale della Murgia, adesso probabilmente staremmo a raccontare un’altra storia ai figli dell’uomo.

Ci spiace sollevare ancora una volta un dubbio atroce: se quell’operaio fosse stato trasportato in elicottero direttamente a Bari, senza passare da Altamura, da dove comunque è stato trasferito all’ospedale Di Venere, se la sarebbe potuta cavare con meno complicazioni? Nessuno può dirlo, ma una cosa è certa, nella deliberazione di Giunta Regionale n.1933 del 30.11.2016, c’è un riferimento specifico all’impiego dell’elisoccorso.  “In riferimento all’elisoccorso – è scritto – si propone in base ai dati di attività del servizio negli ultimi 5 anni, nonché dei dati relativi al servizio territoriale, con i mezzi a terra, un servizio che impieghi un numero di mezzi diurni pari a 1 per previsione di interventi minimi di 600 in media per ogni base anno e un numero di mezzi notturni pari a 1 per una previsione media di 550 interventi anno, così come indicato nel succitato regolamento sgugli standard”. (Rif. Burp 145 del 16 12 2016 pag. 59057).

Torniamo al tema principale, quello dell’ambulanza medicalizzata di Gravina. Al momento la postazione di Gravina, nonostante le rassicurazioni che arrivano da più parti, sulla carta viene demedicalizzata, nel senso che a bordo ci sarà un infermiere e non un medico. Per carità, non abbiamo nulla contro gli infermieri, perfettamente formati ai protocolli di soccorso base ed avanzato, ma non abilitati a diagnosi e terapie. A differenza di quanto accade in altre regioni, in Puglia i protocolli operativi che consentirebbero agli infermieri di avere maggiore autonomia negli interventi in emergenza, risultano ancora su bloccati su qualche scrivania.

Per scongiurare l’ipotesi della demedicalizzazione, alcuni cittadini di Gravina hanno avviato una petizione popolare (online su petizioni24.com “Non demedicalizzate il 118 di Gravina”) che ha già raccolto diverse centinaia di firme. Petizione che è possibile sottoscrivere personalmente nei punti di raccolta a Gravina. L’obiettivo è quello di costringere l’assessore Emiliano e i vertici della Asl di Bari a tenere fede alla parola data, in considerazione del fatto che oltre alla promessa di lasciare il medico sulla postazione 118 di Gravina, nessuno è andato ancora oltre.

La medicalizzata a Gravina non è solo un capriccio dei cittadini più sensibili al problema, ma fondamentale e previsto dalla legge in quanto il paese ha un’estensione superiore ai 350 chilometri quadrati, il limite minimo per poter avere un’ambulanza medicalizzata. E se non bastasse quello della città di Papa Benedetto XIII è un territorio che fa riferimento a un ospedale, quello della Murgia, lontano da essere un polo di eccellenza come qualcuno ha voluto far credere anche in appuntamenti pubblici. È tuttora privo di Emodinamica, Utin (neonatologia), Banca del Sangue, Stroke Unit e Trauma Center.

Certo, ci si sarebbe aspettato un intervento più deciso da parte delle istituzioni locali del territorio a difesa della medicalizzata di Gravina, che unitamente a quella di Altamura riesce a far fronte alle necessità di un’area vasta 850 chilometri quadrati, non solo densamente abitata, ma anche molto impervia. A tutto questo va aggiunto il pesantissimo limite rappresentato dai protocolli Ima e Stroke, nel senso che, in caso di infarto cardiaco o cerebrale, i pazienti vengono trasportati con quelle stesse ambulanze del 118 dal pronto soccorso del Perinei all’ospedale Miulli di Acquaviva. Tutto ciò comporta che una o entrambe le ambulanze di Gravina e Altamura restino anche per diverse ore fuori dal proprio territorio, che viene così lasciato scoperto.

Alla luce di quanto detto, speriamo che venga messa quanto prima nero su bianco l’unica cosa che va fatta: lasciare il medico a bordo dell’ambulanza del 118 di Gravina.