Il tempo è galantuomo e quanto sta succedendo da qualche tempo all’interno dello stabilimento Bosch di Bari ne è la prova. Abbiamo taciuto per un po’, perché volevamo che anche i più scettici capissero che nel nostro tentativo fare chiarezza sull’allegra gestione di ammortizzatori sociali e quindi dei soldi di tutti i contribuenti italiani, non ci sono strumentalizzazioni.

Il dato certo è che mentre lunedì 2 gennaio la Bosch di Bari ricorre alla solidarietà, qualche giorno dopo, domenica 15 gennaio, si lavora in straordinario anche la domenica mattina. Un’eccezione. Il mercato è schizofrenico, è vero, ma la gestione senza regole e soprattutto senza un piano industriale del colosso tedesco, sta cominciando a diventare un problema serio. La solidarietà tra un anno finisce e il rischio di ritrovarsi davanti a centinaia di esuberi è assolutamente reale. La perdita di tempo non aiuta a rasserenare gli animi.

Se l’azienda avesse chiesto sacrifici per un periodo, in cambio di una pianificazione, probabilmente sarebbero tutti disposti ad aspettare tempi migliori. In questo modo, invece, l’ansia sale insieme alla tensione. Tanti capetti scendono tra le linee di montaggio a ricattare gli operai. Detta in parole povere suona più o meno così: “Se non fai straordinario ci saranno conseguenze”. In questo modo l’operaio è preso per le palle. Lo puoi dire in mille modi, ma le cose stanno così, qualunque possano essere le ire dei lecchini. Chiedere alla Cgil per credere, fermo restando che non siamo sul libro paga di nessuno, nemmeno della Ugl, tanto per tranquillizzare i rappresentanti sindacali che continuano ad andare in azienda solo, o quasi, per timbrare il cartellino. Men che meno siamo sul libro paga della Bosch. Così, tanto per dire.

Il paradosso barese di casa Bosch sta tutto nella doppia velocità con la quale si gestisce il centro ricerche, recentemente oggetto di un notevole investimento, e lo stabilimento. Da un lato si fa ricerca spinta, per la messa a punto di prodotti innovativi; dall’altro si assemblamo pompe diesel dal futuro incerto, soprattutto all’indomani del dieselgate esploso in tutto il mondo, con il coinvolgimento dei produttori di automobili. Il primo faccia a faccia dovrebbe esserci a i primi di marzo, periodo in cui i sindacati potrebbero incontrare la Bosch. Intanto Ministero e Regione tacciono, con il passare del tempo in maniera sempre più colpevole. I vecchi sindacalisti sanno che si sciopera e si puntano i piedi quando si è ancora in tempo per ottenere qualcosa, non quando si è ormai sulla via del camposanto. Ma cosa dice il comunicato della Fiom Cgil?

IL COMUNICATO RSU FIOM CGILLa Rsu Fiom Cgil, a seguito del comunicato sindacale fatto in data 25 gennaio 2016 e vista l’assenza di risposta da parte aziendale, anche nella riunione odierna, proclama sciopero dello straordinario per tutto il mese di febbraio. Le motivazioni che hanno portato a questa proclamazione sono le seguenti.

1 – Assenza di un piano industriale, in sostanza futuro incerto per BarP. 2 – BarP ad oggi lavora solo di volumi produttivi e non di produzioni proprie, quindi superato il picco produttivo, con ricorso allo straordinario, si ritornerà all’uso indiscriminato del contratto di solidarietà. 3 – Arroganza della Direzione aziendale nell’agire in maniera unilaterale, obbligando le persone che vorranno fare straordinario a consumare ferie in settimana e per quelli che non accettano, cds aggiuntiva. 4 – Poca trasparenza nella gestione degli inquadramenti professionali, senza alcun criterio e penalizzando la professionalità delle persone. 5 – Equità nell’utilizzo della cds, anche perché la stessa viene pagata con i soldi di tutti noi contribuenti italiani e non con i fondi della Bosch.

Vogliamo ribadire alla Direzione aziendale che il ruolo della RSU è  rappresentare i lavoratori e le lavoratrici in un confronto vero a tutti i livelli, per capire il futuro di BarP, non questa tendenza generale di pensare che si possa fare a meno della interlocuzione sindacale. La RSU della FiomCgil, pur comprendendo le esigenze individuali di tutti i lavoratori, che rifiutandosi di effettuare lo straordinario hanno un’incidenza negativa in busta paga, allo stesso tempo ricordiamo che è importante partecipare per garantirsi uno stipendio del futuro, perché di picchi produttivi non si vivrà a lungo.