Dal 9 luglio scorso Francesco Albergo, 49 anni, è il nuovo sindaco revisore di Telenorba. Sostituisce l’avvocato Giovanni Marangelli. L’ex revisore, come già annunciato dal nostro giornale il 23 giugno scorso, in occasione dell’Assemblea dei soci di Telonorba, era in una chiara posizione di conflitto d’interesse, essendo anche l’avvocato del gruppo. Aquanto pare Montrone non lo avrebbe scaricato del tutto, affidandogli le cause un tempo assegnate al genero, da tempo separato dalla primogenita Simonetta.

Ciò che agli osservatori più attenti appare più grave, però, è il fatto che Marangelli, nella imbarazzante posizione di controllore e controllato, abbia relazionato sul bilancio senza rilevare niente che meritasse un approfondimento. Tutto ciò nonostante Matteo Chiarappa, proprietario di un terzo del gruppo editoriale di Conversano, avesse denunciato una serie di presunte irregolarità, che a un certo punto della storia diventano mistero.

Dal verbale di approvazione del bilancio, depositato nel registro delle imprese della Camera di Commercio di Bari, infatti, le dichiarazioni di Chiarappa sembrano essere sparite. Motivo per cui il socio ha formalmente contestato l’episodio. In questa vicenda dai contorni poco chiari, fa molto rumore proprio l’assenza del Collegio dei revisori, chiamato a vigilare sugli atti, a cominciare da quello forse più importante: il bilancio. La gravità starebbe proprio nel fatto che quella dell’approvazione del documento contabile, nell’azienda di famiglia, è l’unica occasione che i soci minoritari hanno per poter mettere bocca sulla gestione dell’impresa.

Assemblea annuale alla quale, per delega di un piccolo azionista, avevamo partecipato anche noi, votando contro nel rispetto di chi ci aveva chiesto di fare le sue veci. Chiarappa avrebbe scritto al Collegio dei sindaci, senza aver avuto finora alcuna risposta. In quel verbale, poi, sarebbe stato riportato il voto favorevole di un socio andato via per ulteriori impegni prima della votazione, nel momento in cui Chiarappa ha chiesto al presidente Luca Montrone di leggere anche tutte le pagine della relazione tecnica.

Chiarappa aveva sollevato alcuni dubbi sull’ammontare dei compensi elargiti ai membri della famiglia Montrone, che continuerebbero a percepire nonostante l’azienda perda annualmente circa 3 milioni di euro. Perdite che si ripercuotono sul patrimonio dei soci, tra cui anche la Banca Popolare di Bari e dei suoi piccoli azionisti in rivolta. L’altro dubbio sollevato in Assemblea dei soci riguardava i contratti delle società controllate, fisicamente nella stessa sede di Telenorba, tanto che al telefono risponderebbe la stessa persona nel caso si voglia parlare con Telenorba, Radionorba o Video Puglia. In sostanza, mancherebbe una netta distinzione tra le società e quindi – a detta di alcuni soci – non sarebbe chiara la gestione del gruppo.

Il silenzio del presidente Luca Montrone fa molto rumore, soprattutto perché durante l’assemblea, l’ingegnere aveva dichiarato di voler sottoporre all’attenzione del Consiglio di amministrazione tutte le rimostranze sollevate da Chiarappa e altri soci minoritari. Quel chiarimento non è mai arrivato. In virtù di quanto apprendiamo oggi dal registro delle imprese, constatiamo che quello di Charappa nel corso dell’Assemblea dei soci non fu ostracismo, ma la rischiesta legittima di spiegazioni a Montrone, l’ingegnere che continua ad amministrare in pantofole Telenorba, pur detenendo solo il 53% delle azioni.