Ennesima pernacchia alla Asl di Bari e al direttore gernerale, Vito Montanaro, da parte delle associazioni di volontariato che gestiscono il 118. Nonostante il fragore del gesto di sfida, però, tutto procede come se niente fosse, con quell’atteggiamento da: facciamo quel c che ci pare. Il fatto è semplice da capire, anche per chi non è del settore e non ha letto neppure una puntata della nostra lunghissima inchiesta sul servizio di emergenza-urgenza in provincia di Bari.

Dopo le solite polemiche, andate via con un tiro di sciacquone, la Asl aveva scritto una lettera più dura del marmo alle associazioni di volontariato. Detta in parole poverissime, una cosa del tipo: se non pagate i dipendenti del 118 nei tempi stabiliti vi togliamo la postazione. Terrore e sgomento. Ma mi faccia il piacere. In realtà la risposta è stata la sonora pernacchia e la conservazione del modus operandi di sempre, al motto: che me ne fotte.

Mentre scriviamo, nonostante le sollecitazioni della Asl, diverse associazioni non hanno ancora pagato gli stipendi di settembre. La cosa di cui non ci meravigliamo più è il silenzio di padri di famiglia, madri sole, in generale lavoratori in crisi per via della mancata riscossione. Roba da pazzi. Eppure, questo sarebbe il momento per alzare la voce.

Tra qualche giorno le postazioni del 118 saranno riassegnate, in molti casi alle stesse associazioni che adesso pagano con clamoroso ritardo, nonostante la corresponsione dello stipendio per regolamento non dovrebbe avvenire oltre il settimo giorno dalla fine del mese precedente. Se non ora, quando li butatte fuori i farabutti? I detti popolari non sbagliano: chi è causa del suo mal pianga se stesso, si venda al padrone o vada a piangere miseria per rivendicare un diritto sacrosanto.