“In concreto, nel caso la disputa COTRAP-STP non si ricomponga, l’assemblea COTRAP potrebbe deliberare l’esclusione di STP dal Consorzio assorbendone non solo i servizi in sub affidamento, ma tutti i servizi e, di fatto, tutti gli attuali dipendenti si troverebbero a non avere più un posto di lavoro”. È uno dei passaggi della lettera che Michele Santeramo, segretario regionale degli autoferrotramvieri della UGL, ha inviato lo scorso 8 settembre ai soci della STP, la Società Trasporti Provinciale di Bari.

Il fatto è serio, come confermatoci da Giuseppe Vinella, presidente del COTRAP, il consorzio che raggruppa le 61 aziende pugliesi accreditate. “Il primo settembre scorso – abbiamo diffidato la STP – spiega Vinella – perché ci siamo accorti dell’indizione di un avviso di gara da parte della STP per l’affidamento in sub appalto dei servizi sulle tratte Gravina-Taranto ILVA e Molfetta-Taranto ILVA. Non era mai successo niente di simile finora”. Lo Statuto e Regolamento del COTRAP, infatti, non prevede nulla di simile. Nel caso un consorziato non sia in grado di provvedere alla gestione dei servizi affidati, in questo caso per mancanza di personale e mezzi, il COTRAP provvede a gestire quelle tratte in proprio, affidandole ad un altro aderente.

“Calcolando che al nostro interno ci sono tutti gli accreditati pugliesi – continua Vinella – al bando della STP non avrebbero che potuto partecipare aziende di altre regioni. Inaccettabile”. La STP avrebbe dovuto rispondere alla diffida del COTRAP entro tre giorni, ma finora non è intervenuta. “La situazone si ricomporrà”, dice tagliando corto Roberto Gargiuolo, il presidente della STP. Dal canto suo l’UGL esprime tutta la sua preoccupazione, soprattutto perché Vinella ha confermato che: “In presenza di quel bando saremo costretti a revocare l’intera concessione all’azienda. Nel caso, poi, non dovvesero essere garantiti i servizi nel passaggio ad altri consorziati, la STP potrebbe essere chiamata a rispondere anche di interruzione di pubblico servizio”.

Da un lato si fanno annunci e proclami, si sbandiera il bilancio dell’ente in attivo di un milione di euro, dall’altro il parco rotabile invecchia drasticamente e il personale non è sufficiente, seppure sembra si stia andando verso l’assunzione del personale dalla graduatoria esistente. Il presidente Gragiuolo, infatti, ha chiesto un parere legale in merito alla necessità di assunzione di questo personale e la relazione non lascerebbe spazio alle interpretazioni: bisogna assumente chi è in graduatoria, non gli interinali. Non contenta, però, l’amministratore delegato Rosa Pastore, professoressa di filosofia prestata ai trasporti, ha chiesto un altro parere. Esito scontato? Si vedrà.

Ma torniamo alla diffida e al parere dell’UGL. “Di conseguenza, la STP non avendo più servizi diventerebbe una società svuotata con azzeramento del capitale sociale di 4.648,140 – tuona Santeramo – con conseguente grave danno per i soci pubblici, che sicuramente potrebberro adottare azioni di responsabilitànei confronti dell’organo mministrativo, ma non potrebbero di certo ridare lavoro agli oltre 200 dipendenti STP”.

Sì, i dipendenti, tra i quali ci sono molti amici del giaguaro, come la stessa figlia del segretario dell’UGL, nominata recentemente responsabile della trasparenza e dell’anticorruzione. Per questo motivo la nota di Michele Santeramo è ancora più apprezzabile. A detta di molti, per esempio al contrario del silenzio di Gaetano Fanelli, segretario generale regionale della UIL Trasporti, il quale figlio è stato pescato nella lista degli interinali per svolgere le mansioni di usciere a Trani.

“Nessun interesse – spiega Fanelli – mio figlio era iscritto a quell’agenzia interinale. È semplicemente arrivato il suo turno. Nessun privilegio. Se il segretario della UGL mi avesse interpellato non avrei avuto difficoltà a sottoscrivere la lettera”. Non ne dubitiamo, così come non dubitiamo che dietro la posizione della CGIL per un fatto così grave, non ci sia la nomina a responsabile unico dei procedimenti del rappresentante sindacale aziendale. Alla fine dei conti chiunque ha diritto a un lavoro oppure ad una promozione.

Resta l’assoluta leggerezza con cui si è deciso di appaltare i due servizi in questione, non tenendo minimamente conto della legge regionale 31 ottobre 1992 num. 18, soprattutto dell’art. 17, quello che regola i sub affidamenti.