La nuova Croce Rossa di Rocca & Ronzi è un’istituzione opaca. Non siamo noi a dirlo, cattivi, interessati e spinti da chissà cosa, ma sono i fatti a dimostrarlo. Fatti che, insulti a parte, da oltre un anno nessuno riesce a smentire con altri fatti.

La Croce Rossa Italiana è stata divisa in due entità, una si chiama Ente Strumentale, in breve EsaCri, e l’altra Associazione Nazionale, in breve Acri. La prima è di diritto pubblico la seconda è un’associazione privata. Le due entità hanno ognuna un sito internet che è la copia speculare dell’altro, se non che mentre quello dell’Ente ha nell’indice un’etichetta che rimanda alla pagina del sito denominata “amministrazione trasparente”, sul sito della ACri, l’associazione privata, questa etichetta non c’è perché, non c’è nemmeno la relativa pagina.

La convinzione, appunto, che i panni sporchi si debbano per forza lavare in famiglia, fa si che le cose importanti, la ciccia insomma, come per esempio il nuovissimo contratto di lavoro di Flavio Ronzi o quello di Barbara Contini, non siano pubblicati né pubblicabili, coperti da segreto di Stato perché qualcuno si vergogna a pubblicarli, magari temendo l’ira dei volontari che si fanno il mazzo tutto il giorno e non sanno ancora chi godrà con i soldi da loro messi a disposizione di via Toscana.

Il fatto poi che un’associazione privata possa tenere celati i propri documenti è una emerita frottola. La Legge esplicita come qualunque soggetto, che goda di erogazioni pubbliche, debba osservare i medesimi criteri di pubblicità di un Ente pubblico, e anche l’Associazione della Croce Rossa Italiana capta fondi pubblici. Ma sappiamo che la Croce Rossa Italiana gode di una particolare immunità, quindi non ci preoccupiamo che qualcuno tra gli strapagati manager neo assunti si premuri di far rispettare la Legge della Repubblica Italiana.

Cominciamo nello stesso tempo anche a pensare che Flavio Ronzi, affettuosamente chiamato il pagnottella, non sia particolarmente fortunato. Lui si vanta di essere alla guida della Croce Rossa romana dal 2011, e che in questi cinque anni la Cri di Roma abbia fatto grandi numeri e grandi risultati ma, come costume un po di tutti i capetti dell’Associazione di volontariato più grande d’Italia, si astiene dal documentare. Qualche pillola di fosforo gliela possiamo somministrare noi.

La gestione Ronzi ha fatto perdere alla Cri della Provincia di Roma il contratto per l’appalto del servizio di emergenza in ambulanza, quello della protezione sanitaria delle manifestazioni del Giubileo della Misericordia e del Primo Maggio. Vogliamo ricordare al nostro più affezionato lettore il licenziamento di tutti i dipendenti del Comitato provinciale e la riassunzione di solo alcuni tra loro nella neonata Aps, la perdita di una serie abbastanza cospicua di minori convenzioni, tra le quali il famoso CARA di Castelnuovo di Porto, e via così.

Il cambio del core business del Comitato, ora tutto dedicato ai migranti, si scontra in questi giorni con la notizia che racconta come da aprile nessun pagamento sia stato più erogato dallo Stato e dagli Enti Locali nel settore assistenza ai migranti e, previo rifinanziamento di tutto questo mondo e del suo indotto, il Governo ha dichiarato di voler guidare direttamente gli interventi nel settore. La sorte negativa di via Ramazzini non tocca via Toscana, dove in ogni caso e con ogni tempo il capo ufficio stampa Letizia D’Amato, se vi ricordate la famosa giornalista messa in quel posto per diritto di successione familiare, ha visto rinnovarsi il suo contratto di lavoro fino ad aprile.

Turnazione in vista? Assolutamente no; l’importo messo a disposizione fino ad aprile 2016, pari a circa 18mila euro, rappresenta una spesa “sotto soglia”, che può essere erogata dall’Ente, proprio quello che non ha un euro se ricordate bene, senza particolari formalità, non superando una certa cifra stabilita sempre dalla legge. Certo, sappiamo tutti che stipulare con la medesima persona più contratti con il medesimo oggetto per mantenerne ognuno sotto soglia è considerato atto illecito, ma tanto chi se ne accorge? E voi, cari volontari che ci leggete e che con il vostro sudore ed il vostro lavoro mantenete in piedi questo bengodi, ritenete davvero che il problema di Croce Rossa sia identificare e denunciare Nicola Banti?