Pubblico incanto - Procedura aperta

A sentire alcuni addetti ai lavori, l’appalto da 3.597.750,00 euro con cui si affida triennalmente la gestione dell’assistenza domicilare ed integrata dei soggetti disabili baresi sembra un vestito cucito addosso a qualcuno. “Tutto è stato fatto nel pieno rispetto delle leggi vigenti”, assicura Francesca Bottalico, assessore comunale al Welfare.

L’appalto è scaduto lo scoro 4 agosto e finora la commissione che dovrebbe giudicare le otto offerte pervenute anche dal nord Italia, non si è ancora insediata. “La commissione – spiega l’assessore – è stata nominata ed è composta da persone esperte in diversi settori, tutte esterne alla Ripartizione, in modo da assicurare la massima trasparenza. Senza contare che la gara ha ricevuto legittimazione dalla Ripartizione Contratti e Appalti, proprio per scongiurare eventuali errori o dimenticanze”.

Intanto il servizio è in proroga, ma con le scadenze questa amminstrazione non ha mai avuto un buon rapporto. Uno degli aspetti contestati è la richiesta di un fatturato minimo non inferiore a 1.199.250,00 euro. Non un milione o un milione e 200mila euro, ma proprio 1.119.250,00. “Nessuna stranezza – taglia corto la Bottalico – la cifra viene stabilita secondo formule matematiche, per di più nel pieno rispetto del Codice degli Appalti”. Nella testa di qualcuno, però, il tarlo ormai ha preso casa.

I partecipanti, aziende o consorzi che siano, devono aver espletato almeno un servizio concernente l’area tematica di riferimento, in favore di un Ambito e/o Comune, per una durata non inferiore a 18 mesi. Anche in questo caso vale lo stesso discosto dei criteri matematici. E poi i punteggi. Il fatto che l’amministrazione si concentri molto sull’offerta tecnica, attribuendole 80 dei 100 punti disponibili. “Ormai procediamo da tempo in tal senso – continua l’assesore – preferiamo che sia la qualità del servizio ad essere premiata e non il massimo ribasso, che solitamente finisce col ricadere sugli operatori. I ribassi, infatti, vengono quasi esclusivamente applicati sul personale”.

Al contrario dei dubbiosi, non crediamo si tratti della volontà di voler incidere maggiormente in maniera discrezionale sull’appalto, per esempio su aspetti quali la “capacità di lettura dei bisogni sociali del territorio” oppure sugli “strumenti di qualificazione organizzativa del territorio”. Secondo quanto ci ha confermato il responsabile cittadino del Welfare, non c’è nessuna intenzione di far decadere la gara, in modo da poterne mettere in piedi un’altra che preveda criteri ancora più stringenti. “Il fatto che si tratti solo di pregiudizi – aggiunge l’assessore – sta proprio nel numero dei partecipanti. Oggi sono otto le aziende che hanno deciso di provarci, in passato non erano più di due o tre. Ciò vuol dire che siamo riusciti a rendere concorrenziale la gara”.