È il 5 agosto, la gente è distratta dalle vacanze e fa poca attenzione agli atti amministrativi degli enti pubblici. Da qualche giorno, non senza polemiche e levate di scudi, è stato dato il via libera al pronto soccorso della clinica privata Mater Dei, gruppo “CBH Città di Bari Hospital spa”.

Per molti un regalo, per altri l’inizio della fine della sanità pubblica. Certo, dopo la figuraccia dell’apertura e immediata chiusura per problemi con l’accreditamento, si sarebbe potuto fare meglio, quantomeno per cancellare ogni tipo di retropensiero, oggi più vivo che mai. Si tratta pur sempre (finora) di sette milioni e mezzo di euro l’anno per la gestione ancora un po’ confusa della struttura di emergenza-urgenza, al centro della quale c’era stata anche la polemica per chi avrebbe dovuto dirigerla. Inzialmente era circolato il nome dell’attuale direttore del pronto soccorso dello sgangherato ospedale della Murgia e coordinatore del 118 barese, Antonio Dibello. Tra micacce di querele, grotteschi ripensamenti e delibere riscritte, alla fine è toccato ad Antonio Tarantino.

È il 5 agosto – dicevamo – e alla Mater Dei viene a norma di legge allentata la maglia dei controlli contabili con una determina ad hoc, seppure il direttore generale della Asl di Bari, Vito Montanaro, scriva in testa alla determinazione numero 1477: “con l’assistenza del Segretario, sulla base della istruttoria, e della proposta formulata, dal Dirigente dell’Unità Operativa Rapporti Convenzionali (UOGRC) che ne attesta la regolarità formale del procedimento ed il rispetto della legalità, considera e detemina quanto segue…”.

Tralasciamo la lunga serie di “premesso che”, “considerato che”, “vista”, “ritenuto”, per arrivare al nocciolo della questione. La Asl di Bari prende tra le altre cose atto “… della nota regionale prot. n. AOO_151/7915 del 05/08/2016 e, per l’effetto, procedere alla sottoscrizione con la società CBH Città di Bari Hospital spa di un addendum all’accordo contrattuale identificato con prot. n. 151437/1 del 02/08/2016, procedendo all’art. 5 (lett. t) dello stesso a espungere l’accezione redatti da una società di revisione contabile, sostituendola con la seguente prescrizione certificato da un revisore contabile“.

Armonizzazioni a leggi e regolamenti regionali, e poi determinazioni, cavilli e postille, per dire, a soli tre giorni di distanza dalla prima versione, che il bilancio di esercizio della CBH e la relazione sull’ultimo bilancio approvato singolarmente dalla Mater Dei, non devono essere certificati da una società terza di revisione contabile, magari specializzata in materie sanitarie, ma da un qualunque revisore contabile. Uno qualunque, anche uno di quelli che già collabora con la stessa società privata. È il 5 agosto e le vacanze sono nel vivo.

Se decidi di aprire un altro pronto soccorso, per di più privato, quando ce ne sono altri tre pubblici (Policlinico, San Paolo e Di Venere), altro che revisione contabile affidata a società terze. Bisognerebbe piuttosto mettere in campo tutti i controlli specifici per evitare che dal primo agosto 2016 e fino al 31 dicembre del 2018 (per il momento e solo per il momento), il pronto soccorso della Mater Dei, si trasformi nel luogo di accettazione di slogature, escoriazioni o di pazienti da dirottare in alcuni dei reparti specialistici di quella struttura, per consentire al privato un guadagno maggiore. Chissà che non abbiano davvero ragione quei pazzi del Movimento 5 Stelle e gli operatori sanitari non aziendalisti, e che la Regione Puglia abbia deciso davvero di mettere la sanità pubblica nelle mani dei privati.

A noi spetta il compito di non andare in vacanza, anche per continuare a raccontare la storia di questa strana narrazione scritta a puntate, apparentemente capitoli indipendenti ma in realtà legati da un disegno di fondo. Chissà quali e quanti saranno le ulteriori tappe della vicenda oppure se ne emergeranno altre già scritte e tenute finora chiuse in un cassetto. Ciò che appare evidente è che il romanzo si arricchirà di ulteriori capitoli e colpi di scena.