Non riuscivamo a crederci e quindi prima di pubblicare abbiamo dovuto verificare più di una volta e con più di una persona la notizia. Rosa Pastore, la professoressa di filosofia messa ad amministrare la STP, società dei trasporti della ex Provincia di Bari, partecipa al Consiglio di amministrazione indossando un auricolare. Avete capito bene. Non sappiamo se dall’altro capo del telefono ci sia il marito, inizialmente individuato a ricoprire l’incarico oppure qualcun altro, ma pare che la prof parli per interposta persona.

Ad accertare la faccenda è stato un intervento del consigliere Vincenzo Di Pierro, che evidentemente stufo di ascoltare la Pastore ripetere all’interlocutore telefonico quanto percepito prima di intervenire, a un certo momento ha detto senza mezzi termini: “Dai a me l’auricolare che parlo io con chi sta dall’altra parte”. Qualcuno, giocandoci su in azienda, paragona l’auricolare dell’amministratore delegato Pastore a quelli dei tempi di “Non è la Rai”, quando dalla regia Boncompagni suggeriva il da farsi e il da dirsi alle sue ragazze.

Scherzi a parte – non la trasmissione televisiva – non sappiamo se la prassi sia ortodossa o a norma di legge, ma l’auricolare galeotto mette seriamente in discussione la competenza della professoressa di filosofia alla guida dell’azienda di trasporto. “Una brava persona”, aveva ribadito anche il sindaco di Bari e dell’Area Metropolitana, Antonio Decaro. In discussione, però, non ci sono le doti morali della Pastore, ma quelle profesisonali. E su queste potremmo disquisire a lungo, in quanto senza alcun dubbio fuori luogo e inopportuna.

In questi mesi abbiamo denunciato decine di manovre opinabili, assunzioni, incarichi e comportamenti ai limiti del lecito all’interno della STP, riusciendo a raccogliere persino qualche ammissione dal presidente Roberto Gargiuolo. Abbiamo raccontato della guerra Lucibello – Pastore (cordata Maurodinoia). La storia non cambia, nonostante le durissime accuse reciproche. Le apparenti illogicità aumentano, come la decisione di rescindere all’azienda Scoppio, il contratto in subappalto stipulato con Cotrap, per la copertura della linea che collega Bari a Taranto. Da questo contratto fino ad oggi, non dovendo gestire personalmente il servizio di trasporto, mettendo a disposizione uomini e mezzi, entravano nelle casse della STP circa 200mila euro. Adesso, invece, in attesa di acquistare altri autobus (altri costi), il servizio viene effettuato con i mezzi che si è riusciti a mettere in piedi e grazie all’assunzione di altri dodici autisti passati dalla solita agenzia di lavoro.

Follia pura, solo per quanti non hanno compreso che il lavoro interinale è il migliore degli investimenti politico-elettorali. Interinali sono anche i lavoratori che si occupano della vigilanza, nonostante a dicembre scorso sia stata vinta regolarmente una gara, che si è deciso di annullare col rischio, neppure troppo remoto, di un esposto alla Procura e una segnalazione all’Anac, per farne un’altra. Fossimo noi il vincitore di quell’appalto, preso a pesci in faccia, l’esposto l’avremmo già fatto.

Interinali sono anche i cinque verificatori impiegati mensilmente sulla tratta. Insomma, seppure la nuova dirigenza della STP si sia insediata da poco, ha già fatto parlare di sè più della precedente. Un bel record. Non riusciamo onestamente a comprendere come le istituzioni, soprattutto il sindaco di Bari e dell’Area Metropolitana, Atonio Decaro, e il suo collega di Trani, Amedeo Bottaro, possano tollerare questa situazione. Continua a passare l’idea che di un’azienda pubblica si possa fare carne da macello, possa diventare merce di scambio. E non venite a dirci che i conti della STP sono a posto. La filastrocca non è più sufficiente. Neppure i consiglieri di opposizione al Comune di Bari (dove l’opposizione non esiste più), dell’Area Metropolitana Barese e del Comune di Trani, si stanno ponendo problemi legati alla gestione dell’azienda. In altri tempi, saremmo alla bagarre. Oggi, invece, a vario titolo, pare che ognuno pensi solo ai fattacci propri.